"Scrivilo sui muri" di Giancarlo Scarchilli

E' curioso notare come un film adolescenziale riesca istantaneamente a smascherare la clamorosa inadeguatezza di certa critica quotidiana. Messi davanti a qualcosa che non mira ad essere altro da ciò che “perfettamente è” – ad un racconto poi così acriticamente adorato da un pubblico smisurato che non legge recensioni – i giornali ci pensano su e poi scrivono soddisfatti che si tratta di un brutto film.

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E' curioso – di più: paradossale – notare come proprio un film adolescenziale riesca istantaneamente a smascherare la clamorosa inadeguatezza di certa critica quotidiana. Impreparata, trincerata dietro i soliti quattro schemini, senza più strumenti utili. E cosi' drammaticamente imbalsamata da rifiutare la possibilità stessa di ricalibrare il proprio sguardo su di un film che si sottrarrebbe per forza di cose a sterili giudizi di valore, per stringere magari, per una volta, sulla genesi e la funzione del prodotto nelle sale, sul suo ruolo di epigono di un breve – ma fin qui vincente – filone cinematografico, sulle fitte corrispondenze nella storia del cinema nostrano, sulla sua rara capacità di porsi come specchio autentico del proprio pubblico. E invece davanti a qualcosa che, in un certo senso, non mira ad essere altro da ciò che perfettamente è – ad un racconto poi così spudoratamente e acriticamente adorato da un pubblico smisurato che non legge recensioni – i giornali scrivono soddisfatti che si tratta di un brutto film.
Senza fare una piega, come fosse un riflesso condizionato. Come se servisse a qualcosa o a qualcuno. Così ci si affanna a puntualizzare che la storiellina d'amore che regge faticosamente l'intreccio è assolutamente “esile” e “scontata”, la solita ambientazione romana risulterebbe invece segno di uno sbracato “provincialismo” (
ce rivorrebbe Pasolini…
) mentre l'ingenuo spaccato sulla dimensione sub-urbana dei writers diviene addirittura pretesto per infuocate filippiche contro i terribili “teppistelli” metropolitani.
Quando poi in realtà – a volerla dire tutta – questo delle scorribande notturne di branchi umani armati di vernice-spray sembra proprio l'elemento meno autenticamente giovanile di tutto quanto il film: frutto evidente di uno sguardo esterno, “adulto”, inevitabilmente impreciso ed in ritardo su questo presente, abituato ad inquadrare il mondo adolescenziale per etichette di comodo ogni volta scollate (
questi giovani di oggi che scrivono sui muri…
).
E' come se, da parte di certi circoli d'opinione, ci fosse la volontà di abbattere proprio su prodotti di questo tipo la lama di uno spirito critico altre volte spuntato: prede innocue su cui sfogare frustrazioni spettatoriali risalenti a ben altre visioni. Scarchilli non sarà esattamente un writers adolescente, e si vede, ma gira onestamente – con disinvoltura ed esperienza – uno di quei film di cui il nostro cinema ha ancora un disperato bisogno. Per la cosa della “crisi”, rivolgersi altrove.

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Titolo originale: Scrivilo sui muri
Regia: Giancarlo Scarchilli
Interpreti: Cristiana Capotondi, Daniele De Angelis, Ludovico Fremont, Primo Reggiani, Anna Galiena, Yvonne Sciò, Dolcenera,
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 89’
Origine: Italia, 2007

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