"Tutta la vita davanti", di Paolo Virzì

Soluzioni originali, forse più di sceneggiatura che di regia: il grottesco è frutto della realtà trascritta. Funzionano il paio tra l’ignoto della morte fisica e quello del futuro “aperto”, l’impossibile fuoriuscita dalla cultura pop, la salvezza nella continuità del femminile in questo film che ferma l’attimo della contemporaneità attraverso la miscela azzeccata di sentimenti e grottesco

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Si ride e si piange in questo film né vecchio né nuovo, risalita di Paolo Virzì dopo la perplessità di N – Io e Napoleone. Tutta la vita davanti non è politico, non è “sociale” né sociologico, non è buonista, non è piagnone: è una pellicola che ferma l’attimo della contemporaneità attraverso la miscela azzeccata di due chiavi, quella dei sentimenti e quella del grottesco. Una protagonista che è una specie di Rocky versione italiana e femminile, che invece che con la boxe è alle prese con call center e babysitteraggi, venditori esauriti e sindacalisti impacciati (i soliti, bravi Germano e Mastandrea), che resiste da combattente, attraversa la metropoli a piedi, le persone con sguardo alieno e scevro, le botte (tante) con una inspiegabile quanto insensata forza. Una trattazione dei personaggi (tutti ottimamente diretti, tra cui spicca la “coatta” Valentina Carnelutti) che è la vera cifra autoriale di Virzì, capace – come nei suoi film migliori, Ferie d’agosto e Caterina va in città – di raccontare la più amara delle storie con ironica leggiadria. Soluzioni originali, forse più di sceneggiatura (firmata dal bravo Francesco Bruni e dallo stesso regista) che di regia: le scene più grottesche (i riti che danno il via alla giornata lavorativa, la gogna pubblica per chi non raggiunge gli “obiettivi”) sono – ed è un bel paradosso – frutto nient’altro che della realtà trascritta (il blog di Michela Murgia, operatrice di call center, diventato romanzo dal titolo “Il mondo deve sapere”); funzionano invece la coscienza della protagonista Marta affidata al personaggio di una sconosciuta e invisibile signora anziana, il paio tra l’ignoto della morte fisica e quello del futuro “aperto” del Giovane Precario, la staffilata musicale sulla scena più straziante a ricordare l’impossibile fuoriuscita dalla cultura pop, la salvezza nella continuità del femminile, mondo che preserva il limite e l’essenziale.

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Regia: Paolo Virzì

Interpreti: Isabella Ragonese, Elio Germano, Valerio Mastandrea, Massimo Ghini, Sabrina Ferilli, Micaela Ramazzotti

Distribuzione: Medusa

Durata: 117’

Origine: Italia, 2008

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