"Wanted – Scegli il tuo destino", di Timur Bekmambetov
Timur Bekmambetov sembra aver mutato luoghi e tempi, pur rimanendo fedele ai suoi principi ispiratori, continuando a rischiarare le sue pellicole di un’oscurità onnipresente, figlia di un pessimismo che scorre sotterraneo, invisibile, ma per questo ancora più terribile e attuale. Lì, davanti agli occhi di Wesley, eroe moderno di un mondo contemporaneo violento e spietato, la realtà si mostra in tutta la sua irrazionalità, in tutta la sua squilibrata inadeguatezza umana
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È guerra aperta. Timur Bekmambetov sbarca negli USA con il fucile puntato, portandosi dietro la sua fama di cantastorie ironico ed eccessivo ed il suo bagaglio di leggende, per mettere su una fiera cinematografica di enormi dimensioni, più esplosiva e fracassona del solito, ma guidata dallo stesso spirito tragico che animava i due precedenti lavori. Sembra infatti aver mutato luoghi e tempi, pur rimanendo fedele ai suoi principi ispiratori, continuando a rischiarare le sue pellicole di un’oscurità onnipresente, figlia di un pessimismo che scorre sotterraneo, invisibile, ma per questo ancora più terribile e attuale. Solo fasci di luce, che attraversano le finestre di una factory tanto antica quanto posticcia, origine e fine di ogni cosa, alfa e omega di ogni esistenza. Spari esplosi contro un bersaglio immotivato, che soli illuminano il difficile cammino attraverso una fittissima trama di eventi, esageratamente contorta, ma nonostante tutto capace di filare dritta. Affascinante è la notte descritta dal regista kazako, profondamente urbana e misteriosa, testimone di folli corse in auto e di riti d’iniziazione esauriti in cima ad un treno in corsa.
Certo è che nella pellicola di Bekmambetov sembra proprio non mancare nulla. La miccia accesa con l’arrivo di una Fox/Angelina Jolie impassibile, ma a tratti ravvivata da un meraviglio sorriso indifeso, attraversa l’intero film, zigzagando tra i generi, confondendo la sua anima materialmente radicata nell’action movie con le traiettorie del thriller (con la scoperta dell’intrigo ordito da Sloan ai danni degli altri membri della Confraternita), del videogame sparatutto (con l’ingresso di Wesley nella factory a pistole spiegate), del romanzo cavalleresco (con il duello ingaggiato sul treno a suon di pallottole), della fiaba (Wesley è novello pifferaio magico “al contrario”, guidando i topi fin nella culla del fato) e perfino del musical (seppur breve, mescola nuovamente le carte la scena che vede gli amici/nemici di Wesley protagonisti dell’inquadratura a tempo di musica preceduti da un “ferro” pronto a colpire). Un turbinio di immagini e suoni (ossessivo il rumore quasi assordante del battito accelerato di Wesley) che scorrono a velocità estenuanti per tutta la durata del film, tenendo all’erta tutti i sensi, moltiplicandosi all’infinito, fino a trasformare ogni scena in una forsennata sequenza di inquadrature, dal basso verso l’altro, primi piani del volto del protagonista, particolare di una mano, la leva del cambio, il tir di fianco, come a voler riportare la pellicola allo stadio immoto di storyboard, tornando alle originali “striscie” di Millar. Fino alla scoperta finale, che riduce tutto e tutti al più totale nonsense. Lì, davanti agli occhi di Wesley, eroe moderno di un mondo contemporaneo violento e spietato, la realtà si mostra in tutta la sua irrazionalità, in tutta la sua squilibrata inadeguatezza umana. Esplosa l’ultima carica, bruciato l’ultimo pezzo di scenografia, fatto a pezzi l’ultimo topolino, non rimane che una sola unica domanda senza risposta: chi siamo?
Titolo originale: Wanted
Regia: Timur Bekmambetov
Interpreti: Angelina Jolie, James Mcavoy, Morgan Freeman, Terence Stamp, Thomas Kretschmann, Marc Warren, David O'hara, Konstantin Khabensky
Distribuzione: Universal Pictures
Durata:
Origine: USA, 2008