21° Milano Film Festival

Dall’8 al 18 settembre. Focus su Philippe Grandrieux e Albert Serra e omaggio ad Andrzej Żuławski

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La 21° edizione del Milano Film Festival si terrà dall’8 al 18 settembre.

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Nel cuore del distretto Tortona

Dopo venti edizioni, il Festival si rimette in gioco e cambia radicalmente i suoi luoghi. 11 giorni di film e ospiti da tutto il mondo in un nuovo esperimento cinematografico e urbano. Con l’edizione 2016 Milano Film Festival va ad abitare il polo culturale di BASE Milano e MUDEC, con un’arena all’aperto adiacente ai magazzini del Teatro La Scala, e porta il cinema nel distretto Tortona già celebre per design e moda. Si confermano, come location in altra parte della città, il MIMAT e lo Spazio Oberdan della Cineteca di Milano, punto di riferimento imprescindibile per chi ama il cinema.

 

20 + 1 anni – Nuovo festival, nuova direzione

Cambiano i luoghi, ma non gli obiettivi. Con la direzione artistica di Alessandro Beretta e, da quest’anno, Carla Vulpiani, nel team da 5 anni, la ricerca del Milano Film Festival prosegue nella ventunesima edizione per offrire al pubblico il cinema emergente internazionale. Storie, visioni e modi di raccontare, tra opere prime e seconde e giovani registi, che aprono prospettive su un’idea di cinema inattesa e brillante, dinamica come la città che ospita il Festival. Non è solo il cinema, ma anche l’idea di far incontrare registi e pubblico, discutere, scoprire poetiche, avere occasioni formative, a muovere il Milano Film Festival. Un’occasione culturale e sociale, diretta a un’idea di cinema aperto che sappia mettersi in discussione.

 

I partner del 2016

Il festival è sostenuto dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura. Anche per la 21° edizione, Nastro Azzurro, che continua a credere e a investire sui giovani talenti, è special project partner e presenta il Video Talent Award, oltre a essere la birra ufficiale del festival.

Confermano la loro collaborazione: Gruppo CAP, che gestisce il servizio idrico integrato per oltre due milioni di abitanti, con l’acqua gratuita per il pubblico del festival e un progetto di produzione a tema, e Flying Tiger che presenterà per il secondo anno il workshop di animazione.

Fra le nuove collaborazioni: la XXI Triennale, nell’ambito della quale Milano Film Festival porterà una riflessione sul futuro del cinema; SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori che presenterà un programma di giornate dedicate alla promozione e alla formazione dei giovani talenti del panorama cinematografico italiano e internazionale; Belleville – La Scuola con un progetto incentrato sulla sceneggiatura, Olibere Parfums, che propone un concorso per cortometraggi a partire dalle sue fragranze.

 

PROGRAMMA – 3 CONCORSI

Il cuore del programma come ogni anno prevede il CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI, aperto solo a opere prime e seconde di registi provenienti da ogni parte del mondo, tutte in anteprima italiana. Filo conduttore delle opere scelte, la reinterpretazione dei generi cinematografici per dare anima a storie che puntino a volte allo spettacolo altre alla riflessione: dall’horror usato in chiave politica in Under the Shadow, al musical che rilegge una favola in The Lure, al coming of age screziato di documentario in Diamond Island, per fare alcuni esempi. Negli anni, infine, sono sempre più importanti i titoli che accettano il Concorso Lungometraggi per l’anteprima italiana, segno della crescita di stima del panorama internazionale verso Milano Film Festival.

Film di apertura (giovedì 8 settembre ore 21, MUDEC) Gulîstan, Terre de roses della regista canadese Zaynê Akyol, un racconto in prima persona di un gruppo di guerrigliere del PKK che vivono sulle montagne e nei deserti del Kurdistan, donne rivoluzionarie che combattono per la libertà del proprio paese rinunciando a tutto, presentato a Visions du Réel e premiato anche a Locarno per la selezione Doc Alliance; Baden Baden della debuttante Rachel Lang, produzione belgo-francese che racconta un’estate particolare della giovane Ana, tra precariato e legami personali; Jacqueline (Argentine) del regista statunitense di origine brasiliana Bernardo Britto, film girato con i-phone che segue la sgangherata fuga di un’informatrice interpretata da Camille Rutherford, in Argentina; Radio Dreams di Babak Jalali, premiato al 45° International Film Festival Rotterdam, black comedy in cui un un brillante e incompreso scrittore sogna di unire le culture di Occidente e Oriente nel rock, invitando a suonare con i Kabul Dreams, prima rock band afghana, i Metallica, che accetteranno; Under the Shadow dell’iraniano Babak Anvari, presentato come il nuovo The Badabook in anteprima mondiale al Sundance, horror ambientato nella Teheran sotto assedio del 1988, nel momento più sanguinoso della guerra Iran-Iraq, protagonista una madre e la figlia, minacciate da una forza maligna nel loro stesso appartamento; The Lure della polacca Agnieszka Smoczyńska, musical tra l’eros e l’horror premiato dalla giuria del Sundance che rilegge la fiaba della Sirenetta in un night club stile anni ’80; Diamond Island, prima opera di fiction del regista franco-cambogiano Davy Chou, storia di una formazione ai giorni nostri a Phnom Penh; Victoria di Justine Triet, commedia interpretata da Virginie Efira e secondo lungometraggio della regista francese de La bataille de Solférino; Mimosas, opera seconda di Oliver Laxe, ambientata tra i monti dell’Atlante marocchino, in cui una carovana asseconda il desiderio di un anziano sceicco di morire ed essere sepolto vicino ai propri cari e vincitore della Semaine de la Critique a Cannes.

 

In programma anche il tradizionale CONCORSO INTERNAZIONALE CORTOMETRAGGI, riservato a registi under 40: quest’anno sono in tutto 55 cortometraggi da 30 paesi che si possono considerare una rappresentazione, fedele o rielaborata, della realtà, specchi brevi e multiformi, capaci di riprodurre levità e asprezze del reale. Tra questi, solide conoscenze del festival e conferme dai Festival internazionali: Ce qui nous eloigné di Hu Wei da Venezia, Valparaiso di Carlo Sironi, premiato a Locarno, Limbo di Konstantina Kotzamani da Cannes e A man returned di Mahdi Fleifel, Orso d’Argento alla Berlinale.

 

Infine, terza sezione in concorso, la seconda edizione del NASTRO AZZURRO VIDEO TALENT AWARD, che incoraggia la sperimentazione di progetti innovativi della produzione video. Il concorso si avvale della tutorship di Studio Azzurro e si articola in due categorie (Best Innovation on Tools e Best Innovation on Languages) a ognuna delle quali verrà assegnato un premio di 3.000 euro.

Nastro Azzurro supporterà gli eventi del Milano Film Festival anche attraverso la piattaforma digitale #TiPortaLontano e alla webzine FORWARD MAG.

 

ALTRE RASSEGNE ED EVENTI SPECIALI

Le tre categorie in concorso saranno affiancate come sempre da sezioni fuori concorso, film in anteprima, ospiti, workshop, eventi paralleli.

 

FOCUS PHILIPPE GRANDRIEUX – Il regista francese Philippe Grandrieux, membro della giuria del Concorso Internazionale Lungometraggi, nel suo cinema indaga il confine tra ossessione, psiche e desiderio, attraverso fiction, videosaggi, performance e installazioni. In occasione dell’anteprima italiana del suo ultimo film Malgré la nuit, interpretato da Ariane Labed e Roxane Mesquida, Milano Film Festival ne omaggia l’opera con la proiezione, accompagnata dall’autore, dei suoi film di fiction: dall’esordio Sombre (1998), dedicato a un serial killer fuori dagli schemi del genere, al suo più celebre La vie nouvelle (2002) fino a Un lac (2008), menzionato alla Mostra del cinema di Venezia.

 

FOCUS ALBERT SERRA – In programma un focus dedicato al catalano Albert Serra (1975), giovane regista presente durante il Festival dalla poetica in bilico tra classicismo e sperimentazione, amato dal pubblico internazionale e misteriosamente non distribuito in Italia. Il focus, nato in collaborazione con la rivista di critica cinematografica Filmidee, presenta i film di fiction dell’autore, attivo anche nel documentario e nell’arte contemporanea, partendo dall’anteprima italiana del più recente La mort de Luis XIV (2016), presentato al Festival di Cannes, che racconta gli ultimi giorni di vita del morente Re Sole interpretato dall’attore culto della Nouvelle Vague Jean-Pierre Léaud, e prosegue con altri tre titoli – proiettati in 35 mm – Honor de cavalleria (2006), ispirato dal Don Chisciotte, El cant dels ocells (2008) e Historia de la meva mort (Pardo d’Oro a Locarno 2013) dedicato al tramonto di Casanova.

 

OMAGGIO AD ANDRZEJ ŻUŁAWSKI – Irregolare e visionario, per la prima volta il Festival dedica un omaggio a un autore scomparso: Andrzej Żuławski, mancato a febbraio di quest’anno. Del regista polacco, verranno proiettati in anteprima italiana tre restauri recentemente completati di sue opere prodotte in Polonia: l’esordio La terza parte della notte del 1971, che fu presentato a Venezia nella celebre edizione non competitiva e provocatoria di Gian Luigi Rondi; il raro The Devil (1972) e Sul globo d’argento (1988). Chiude l’omaggio la proiezione di Cosmos (2015), ultimo controverso lungometraggio presentato nel 2015 a Locarno tratto dall’omonimo romanzo di Witold Gombrowicz.

 

COLPE DI STATO – Confermata la dodicesima edizione di Colpe di Stato, che si sofferma sulla realtà complessa del sistema di potere nel mondo, sempre attenta alla sperimentazione del linguaggio e alla documentazione del reale, che si muove quest’anno su due sponde tematiche, quella dei titoli presentati in collaborazione con Docucity, che esplorano le trasformazioni dello spazio urbano, e quella del confine, in tutte le sue accezioni, geografica, sociale, culturale e religiosa.

Del primo filone fanno parte Tides – A History of Lives and Dreams Lost and Found (Some broken) di Alessandro Negrini, che racconta l’Irlanda del Nord, dove il Foyle separa Derry, città dei cattolici, da Londonderry, feudo dei protestanti, un confine d’acqua che si è fatto, nel tempo e suo malgrado, serbatoio di memorie nella storia accidentata dell’Irlanda del Nord; City Of Dreams: A Musical di Brian Hill e Sam Benstead, musical in stile Bollywood che racconta gli slums indiani di Dharavi, Mumbai, attraverso l’occhio dei bambini, una quotidianità terribile e onirica, segnata dall’intenzione di essere felici con quel che si ha; Ovarian Psycos di Joanna Sokolowski e Kate Trumbull-LaValle, la conquista della libertà delle cosiddette “ovas”, crew dell’East Side di Los Angeles di donne che si muovono solo in bicicletta, hanno una voce artistica e politica precisa, raccolgono storie e vogliono riconquistare il potere; Tower della statunitense Keith Maitland, uno sguardo animato e ricco di azione sulla prima sparatoria di massa in una scuola americana, quando il peggio di un solo uomo ha tirato fuori il meglio di molte altre persone.

Al secondo filone, curato dal critico Alessandro Uccelli, quello dei confini, appartengono La vallée du sel dello svizzero Christophe M. Saber, ambientato nel mezzo del momento politico peggiore dell’Egitto, quando un giovane regista torna a casa a Il Cairo, per la prima volta dall’inizio della rivoluzione e guarda i suoi genitori fronteggiare una situazione che metterà in crisi la loro fede e farà sorgere dei dubbi sulla loro presenza nel proprio paese; Remember Your Name, Babylon di Marie Brumagne e Bram Van Cauwenberghe, dove tra i corridoi di una serra in un mondo coperto di plastica crescono piccole baraccopoli, case di uomini e donne che hanno attraversato il mare in cerca di una vita migliore; Madame B., histoire d’une Nord-Coréenne di Jero Yun, storia di Mrs. B che, espatriando illegalmente dalla Corea del Nord, è venduta dai suoi contrabbandieri a un contadino cinese, diventa contrabbandiera anch’essa e inizia una battaglia per riunirsi con i suoi figli.

Ultimi titoli in rassegna, infine, The Lovers and the Despot di Ross Adam e Robert Cannan, che racconta l’incredibile storia di un rapimento per scopi culturali ordito alla fine degli anni 70 dal presidente della Corea del Nord, Kim Jong-il, che voleva costruire un’industria cinematografica Nord Coreana che potesse competere con quella statunitense; e Shadow World di Johan Grimonprez, documentario sui retroscena del commercio internazionale di armi basato sull’acclamato libro di Andrew Feinstein.

 

FUORI CONCORSO ED EVENTI SPECIALI  

Sempre al di fuori dalle competizioni ufficiali, diverse anteprime italiane: Uccellacci: 10 anni di BecchiGialli di Ciaj Rocchi, documentario che, per la prima volta, ricostruisce la storia del giornalismo a fumetti in Italia testimoniando un unico caso editoriale italiano specializzato in fumetto di realtà; Queen Kong di Monica Stambrini e Insight di Lidia Ravviso, entrambi realizzati nell’ambito del progetto Le Ragazze del Porno; due gli sguardi su problemi d’attualità mondiale, 10 Billion – What’s On Your Plate? di Valentin Thurn, documentario che  si inserisce nell’acceso dibattito sulla possibilità di garantire cibo per tutti, dove la regista cerca possibili soluzioni in tutto il mondo dando spazio all’innovazione, alle visioni del nostro futuro e indicando un percorso sostenibile per garantire la produzione di cibo; Homo Sapiens dell’austriaco Nikolaus Geyrhalter, al centro del focus del Festival nel 2015, che torna in anteprima con un film dedicato a luoghi abbandonati dopo disastri ambientali: uno studio visuale sul rapporto uomo-natura, sulle catastrofi e sul silenzio; un appuntamento per cinefili  cult con il restauro di Film, cortometraggio muto del 1965 diretto da Alan Schneider e interpretato da Buster Keaton, unica incursione nel cinema di Samuel Beckett che ne firma la sceneggiatura, orientata sul tema della visione, e Not Film, documentario di Ross Lipmann dedicato alla storia del cortometraggio; un altro, invece, per cinefili pop con I Am Your Father di Toni Bestard e Marcos Cabotà, produzione spagnola che vuole rendere onore a David Prowse, l’attore che ha interpretato Darth Vader nella prima trilogia di Star Wars, il cui volto non è stato mai mostrato nei film della saga; sul versante del cinema sperimentale, Tectonic Plate del pluripremiato regista finlandese Mika Taanila, film sulla paura di volare, sui controlli di sicurezza e i fusi orari presentato in anteprima alla Berlinale; una doppietta di film per gli amanti della letteratura è composta da Uncle Howard di Aaron Brookner, sulla vita di Howard Brookner, regista, sceneggiatore e produttore morto nel 1989 a soli 34 anni, vissuto nella frenetica New York degli anni ’70 e ’80 circondato da artisti e intellettuali, autore, fra gli altri, di Burroughs – The Movie (1983), unico film autorizzato dal grande scrittore beat William S. Burroughs; Olmo and the Seagull di Petra Costa e Lea Glob, cinema ibrido tra fiction e realtà che mostra come una gravidanza si faccia strada nel corpo di un’attrice di teatro e la costringa a rivedere i propri limiti, in una rappresentazione diversa e non stereotipata della maternità; Mapplethorpe: Look At The Pictures di Fenton Bailey e Randy Barbato, storia della vita e dell’opera di Robert Mapplethorpe, artista controverso che ha trasformato la fotografia contemporanea in arte, visto attraverso interviste ai suoi più stretti collaboratori, da Fran Lebowitz a Debbie Harry, con la speciale partecipazione di Patti Smith; The Banksy Job di Ian Roderick Gray e Dylan Harvey, in cui l’artista e ex-porno attore AK 47 ruba un’opera al più celebre e invisibile street artist del mondo, che tutti conoscono come Banksy; Il più grande sogno di Michele Vannucci, direttamente da Venezia, storia del sogno di Mirko Frezza, ex criminale romano che vuole far funzionare la mensa per i poveri e costruire un orto dove far lavorare ex-detenuti; due documentari raccontano in diretta cosa voglia dire fare cultura a Milano, Ancora vivi di Massimo Fanelli, la vera storia della Bar Boon Band, la band musicale fondata dai senzatetto di Milano; Eresia Della Felicità – Le Cinque Giornate Di Milano di Alessandro Penta, dove un plotone di 200 adolescenti in maglia gialla diretti da Marco Martinelli (Teatro delle Albe) imbraccia i versi del poeta russo Vladímir Majakóvskij.

 

UNDER SCREEN – Consolida il tema della ricerca del festival, quest’anno particolarmente attento alle nuove direzioni del cinema, Under Screen – nuove traiettorie del cinema, rassegna di incontri e proiezioni ideata per tracciare nell’audiovisivo il “dopo” proposto dalla XXI Triennale (che chiude il 12 settembre) con Design After Design. Nuovi modi di linguaggio, come nel cinema che gioca con se stesso e il suo immaginario. Ne fanno parte Fear Itself del giovanissimo regista e critico cinematografico britannico Charlie Lyne, film di montaggio composto interamente da film già esistenti, viaggio personale attraverso la paura e il cinema; Lo and behold, ultimo documentario di Werner Herzog sulla relazione tra l’uomo e internet, presentato al Sundance Festival e in collaborazione con il Goethe-Institut Mailand; Les sauteurs di Moritz Siebert ed Estephan Wagner, produzione danese sul tema dei rifugiati, ambientata sulla costa mediterranea settentrionale dell’Africa con le riprese del malese Abou Bakar Sidibé; Solar di Manuel Abramovich, lavoro che vede dietro la macchina da presa Flavio Capobianco, che a dieci anni nel 1991 pubblicò un libro New Age assieme al fratello, trasformandosi in un caso nazionale, qui alle prese con la ridefinizione del proprio ruolo; The Clones Project, incontro con Erdal Inci, artista turco famoso in tutto il mondo come prolifico produttore di loop in Graphic Interchange Format (le GIF), un lavoro imperniato sulla ripetizione del soggetto nell’immagine e della stessa immagine all’infinito; REMAKE & MATCH – Il cinema di montaggio di Davide Rapp, architetto e filmmaker milanese, che lavora a un cinema di montaggio che rimette in gioco spazi e immaginario, indagando la storia del cinema; infine l’esibizione-racconto #RefugeeCameras, in collaborazione con NAGA, le fotografie raccolte da Kevin McElvaney a partire da 15 camere usa-e-getta affidate a viaggiatori senza più patria del nostro secolo, in partenza dai campi di Smirne, Lesbo, Atene e Idomeni.

 

PLEASURE & PAIN – VISIONI DI MEZZANOTTE – Per la prima volta Milano Film Festival propone, con la cura dell’esperto di cinema di genere Marco Cacioppo, una sezione dedicata ai film di mezzanotte: quattro opere prime o seconde da vivere a notte fonda, quando il desiderio di emozioni forti si fa più insistente. In programma, un restauro imperdibile, Multiple Maniacs, opera prima di John Waters, geniale enfant terrible della new wave americana anni ’70,  Tenemos la carne di Emiliano Rocha Minter, esordio apprezzato da Alfonso Cuarón e da Alejandro González Iñárritu, dove fratello e sorella si introducono in un edificio fatiscente e si trovano a spartire la convivenza con un terzo personaggio demoniaco che li inizia a un viaggio interiore all’insegna del piacere e della violenza più estremi; The Witch di Robert Eggers, noto in versione doppiata, ma proiettato in lingua originale per goderne al meglio l’ambientazione nel 17° secolo, quando una famiglia di padri pellegrini è sconvolta dalla sparizione del figlio appena nato, di cui viene incolpata la primogenita Thomasin; The Greasy Strangler di Jim Hosking, bizzarra commedia horror.

 

GIMME DANGER – In collaborazione con la piattaforma di video on demand Infinity,​ ​​​è​ ​in programma l’anteprima italiana di Gimme Danger di Jim Jarmusch (giovedì 15 settembre ore 20, Largo del Cinema), presentato a Cannes, che sarà successivamente distribuito nelle sale italiane da BIM. Gimme Danger è la storia dei primi anni di carriera dell’idolo rock Iggy Pop e degli Stooges, un documentario intenso e senza filtri con interviste inedite, aneddoti, rarità dei fan che ricostruisce la rivoluzione di un gruppo di ragazzi che ha cambiato l’immagine e il suono del rock.

La serata sarà introdotta dalla premiazione dei cortometraggi e web serie dell’Infinity Film Festival.

 

FOCUS ANIMAZIONE – In programma la tradizionale maratona di animazione (lunedì 12 settembre ore 20.45 in Largo del Cinema e ore 22 al MIMAT) curata dal critico Andrea Lavagnini, quattro ore di racconti illustrati, dipinti, materializzati e modellati che dà conto della migliore produzione annuale in campo animato, e due lungometraggi, lo stopmotion Little from the fish shop di Jan Balej, fiaba dark ispirata a La Sirenetta, nel solco della tradizione del maestro Švankmajer, che narra in rima e plastilina la storia della giovane Little e della sua sofferta decisione di lasciare casa e famiglia per concedersi all’amore (in collaborazione con l’Istituto Ceco di Cultura); e Psychonauts, the forgotten children di Alberto Vazquez, la graphic novel animata a quattro mani da Alberto Vázquez e Pedro Rivero, storia degli adolescenti psiconauti dimenticati Birdboy e Dinky, in fuga da una catastrofe ecologica.

 

All’interno del Focus Animazione anche Holy Motors – Strong Messages from the perfect machines, il workshop di produzione realizzato con il supporto di Flying Tiger Copenaghen e condotto da Jeanne Boukraa per la realizzazione di un lavoro collettivo in animazione digitale, grazie anche alla collaborazione tecnica di Wacom che fornirà ai partecipanti le tavolette grafiche su cui lavorare.

 

Completano infine l’ampia sezione degli eventi speciali e fuori concorso: la premiazione di “Fragrances in Motion Awards”, progetto nato in collaborazione con Institut Français Milano e Olibere (mercoledì 14 settembre ore 20.30, MUDEC); la tradizionale festa di fine anno della Civica Scuola di Cinema Luchino Visconti (al MUDEC il 14 settembre); la partnership sulla prima serata del Gran Festival del Cinema Muto con la proiezione di Sangue e arena di Fred Niblo (al Teatro Dal Verme il 15 settembre), musicato dal vivo dall’Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Alessandro Calcagnile con al pianoforte Rossella Spinosa; una finestra in collaborazione con il Milano Game Festival.

 

DEBUT – Open platform to meet professionals


Grazie al sostegno di SIAE, Società Italiana degli Autori ed Editori, con il patrocinio di Lombardia Film Commission e in collaborazione con Belleville – La Scuola, Milano Film Festival apre al mondo dell’industria rivolta ai giovani registi, produttori e studenti. L’idea è di concentrarsi sul primo film, in linea con la ricerca di talenti del Festival toccandone i diversi aspetti: dalla scrittura, alla produzione, alla distribuzione, alla film litteracy (formazione). A partire da una call per soggetti cinematografici per cortometraggi opere prime e seconde lanciata insieme alla scuola di scrittura creativa Belleville, saranno selezionati i progetti che avranno la possibilità di presentare il materiale di ricerca e il soggetto a una platea di buyers, produttori, distributori, registi. Un formato aperto, che si terrà a BASE Milano dal 13 al 18 settembre, dove incontrare i professionisti del settore e instaurare con loro un contatto diretto di apertura all’industria cinematografica, completato da showcase di organizzazioni professionali internazionali, pitch per produzioni in corso di sviluppo, masterclass e lezioni.

 

milano film festivalino – Si riconferma l’appuntamento con il milano film festivalino, il festival dei più piccoli  con un programma ideato appositamente per il loro divertimento di proiezioni a tema e workshop, organizzati da kiwilab, che si terrà a BASE Milano sabato 10, domenica 11 e sabato 17 settembre.

 

Don Durito cura gli incontri con gli autori, quattro appuntamenti dedicati ai temi cardine tra cui una chiaccherata con gli autori Valerio Calzolaio e Telmo Pievani sul migrare, Marcello Fois e Alessandro Bertante sul rapporto tra lettore e scrittore e del Festival e un incontro con Simone Arcagni sulla cultura visioni digitali. Ogni weekend invece, un programma di letture per bambini in collaborazione con l’Oasi del Piccolo Lettore dalle 11 alle 12 in BASE Milano.

 

AUDIOVISIVA

Parallelamente al programma cinematografico si svolgerà un programma musicale modellato sull’interazione tra suono e video, orientato alla musica elettronica, alla sperimentazione visiva e all’esplorazione dei linguaggi espressivi contemporanei. Musica live e dj set, visual acts, showcase di etichette, musicazioni di film e after show. L’architettura industriale di BASE Milano diventerà punto nevralgico e anima del festival, con un programma quasi interamente gratuito che comprende oltre 40 artisti dal pomeriggio fino a tarda sera. 

Il progetto si ripresenta sotto il nome di audiovisiva, storico format di esterni nato proprio all’interno di Milano film Festival nel 2003 e poi diventato indipendente nel corso della sua storia, cambiando di volta in volta formato e ambientazione. Per l’edizione 2016 da citare l’inaugurazione è affidata a due donne proveniente dalle parti opposte del globo, la coreana Peggy Gou e la californiana Kerry LeBon, lo showcase dell’etichetta italiana Vae Victis con Ayarcana, Chevel, Dj Plant Texture (sabato 10 settembre), l’appuntamento con la label meneghina Hormonal Sequenze (giovedì 15 settembre) con ospite speciale Imaginary Forces e l’evento in collaborazione con Linecheck – elita che vedrà la performance audiovisiva dal vivo del francese Chassol seguito da Rival Consoles

 

 

Mediapartner: ABITARE, Film Tv, IBS.it, LongTake, Radio Popolare, Vanity Fair, Wu Magazine, ZERO

 

 

Per tutti gli aggiornamenti è sempre consultabile il sito www.milanofilmfestival.it

 

Milano Film Festival è socio fondatore di Milano Film Network (MFN), un progetto realizzato grazie al contributo di Fondazione Cariplo che mette in rete 7 festival milanesi, per offrire una proposta culturale lungo tutto l’anno e alcuni servizi per chi si occupa di cinema.

Ne fanno parte il Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, Festival MIX Milano, Filmmaker, Invideo, Milano Film Festival, Sguardi Altrove Film Festival, Sport Movies & Tv Fest.

www.milanofilmnetwork.it

 

Milano Film Festival nel 2015 ha ricevuto l’attestato civico dell’Ambrogino d’Oro.

 

Segreteria organizzativa:

info@milanofilmfestival.it

tel +39 02 54 019 076

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