"Babylon A.D.", di Mathieu Kassovitz

Difficile parlare della realtà facendola passare da spettacolare pellicola d’intrattenimento. Mathieu Kassovitz, cineasta dai contorni ancora inafferrabili, ci riesce. Un miracolo, quando l’immagine in movimento riesce a farti chiedere: E ora, dove/quando siamo?

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Difficile parlare della realtà facendola passare da spettacolare pellicola d’intrattenimento. Mathieu Kassovitz, cineasta dai contorni ancora inafferrabili, francese di vocazione statunitense, abile selezionatore di protagonisti, c’è riuscito. Visioni accecanti che quasi tolgono il respiro si intrecciano continuamente allo sguardo del regista su quello che anche noi potremmo già vedere. Nuove chiese e neospiritualismi, fusione irreversibile tra logiche del commercio e dell’anima, terrorismo e armi batteriologiche, nuovi profughi e nuovi poveri. Universali – la continuazione della specie, la relazione tra tale riproduzione e il soprannaturale – alla base di millenni religiosi, e sempre pronti a ritornare. Finti medici e finte schizofrenie, diffusioni di virus perennemente sul punto di non ritorno, crescente impossibilità di distinguere originali (?) e cloni. Zombie, schermi che non si possono più spegnere. Sì, in un certo senso sono già tutti luoghi comuni, della vita della letteratura e del cinema. Babylon A.D. li racconta con un ritmo da cardiopalmo, che mette lo spettatore in un centro di gravità, una tempesta elettrica che in un colpo solo sembra unire tutti i punti della conoscenza, come se da quella raggiera di stimoli scaturisse un’unica immagine, e insieme un nuovo confine (almeno, un avvistamento) della comprensione umana. Il protagonista Toorop (Vin Diesel) è il personaggio giusto – disperatamente duro – per l’immedesimazione, ma sono anche le soluzioni narrative e visive a innalzare la pellicola ben oltre la media dei film d’azione, in una dialettica senza scampo tra ieri, oggi e un domani vicinissimo, fino a far perdere allo

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spettatore le coordinate temporali. Come nella scena del monastero in Mongolia, e in quella di migrazione che idealmente unisce alfa e omega, gli uomini che chiamiamo nativi americani e gli uomini in fuga di domani, sulla stessa superficie: lo stretto di Bering. Un vero miracolo, quando l’immagine in movimento riesce a farti chiedere: E ora, dove/quando siamo? 

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Titolo originale: id. 
Regia: Mathieu Kassovitz 
Interpreti: Vin Diesel, Mélanie Thierry, Michelle Yeoh, Charlotte Rampling, Gérard Depardieu 
Distribuzione: Moviemax 
Durata: 90' 
Origine: USA/Francia, 2008

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