"Il bambino con il pigiama a righe", di Mark Herman


Di film sull'olocausto nazista, sui campi di concentramento ne abbiamo viste di tutti i colori. Un modo per affermare la priorità assoluta del documentario sulla fiction. Perché quest'ultima non è in grado spesso neanche di avvicinarsi all'orrore che è trasmesso da luoghi e testimonianze originali.

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Di film sull'olocausto nazista, sui campi di concentramento ne abbiamo visti di tutti i “colori”. Un modo per affermare la priorità assoluta del documentario sulla fiction. Perché quest'ultima non è in grado spesso neanche di avvicinarsi all'orrore che è trasmesso da luoghi e testimonianze originali. Che si rifletta su questo! Perché probabilmente nei difficili rapporti tra cinema e Storia è un caso unico. Più volte gli ultimi testimoni si sono espressi a sfavore delle rappresentazioni cinematografiche, lontane, a loro dire, dalla verità dei fatti. Notte e nebbia di Alain Resnais, con le sue carrellate orizzontali sui campi vuoti, dice molto di più di qualunque fiction. E il più recente, nostrano Auschwitz 2006 di Saverio Costanzo è tra i più dolenti e insopportabili: riguarda anch'esso un bambino, nella testimonianza terrificante di un anziano che ricorda il corpicino di un neonato sopravvissuto alle esalazioni dei gas mortiferi e con assoluta naturalezza preso e trucidato da un soldato nazista al quale non tornavano i conti tra persone entrate ed “uscite” dalla camera a gas. Oltre a ciò non si può davvero andare, perché l'orrore massimo è in sostanza irrappresentabile. Mark Herman, con assoluta modestia, isola e rende vivide alcune scene fondamentali e non di secondo piano, come l'ideologia che plagia le giovani menti propinata da un “lurido” istitutore, la silenziosa e disperata ribellione di una parte della famiglia, Bruno e sua madre, e dall'altra parte la cecità della sorella e del padre ufficiale SS pronto a tutto. Herman focalizza poi il confronto diretto tra schieramenti, il Bene ed il Male degli adulti e la commovente semplicità ed innocenza dell'infanzia. Tanto che, anche nella morte, la bontà dei due piccoli protagonisti, entrambi di otto anni, sembra prevalere, toccare il Divino, salutando lo spettatore con il close-up della stretta di mano. Ultima testimonianza da brivido verso un mondo abietto ed ancora da salvare.

Titolo originale: The Boy in the Striped Pyjamas
Regia: Mark Herman
Interpreti: David Thewlis, Vera Farmiga, Rupert Friend, Iván Verebély, Richard Johnson, Sheila Hancock, Jim Norton, David Heyman, Asa Butterfield
Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
Durata: 100’

Origine: Gran Bretagna/Usa, 2008

 

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