"Defiance – I giorni del coraggio", di Edward Zwick


defiance - i giorni del coraggio 

Zwick trasforma inaspettatamente una vicenda realmente accaduta, quella della resistenza nelle foreste dei fratelli Bielski e del loro seguito di decine di ebrei fuggiti dall'eccidio nazista, non solo nel gonfio canto di mitragliatrici che ci si aspetta (con la mdp di Eduardo Serra che diventa parte integrante dei boschi in cui si combattono le battaglie), ma addirittura in una storia per alcuni versi sorprendentemente visionaria, che riscrive l'Antico Testamento come sanguinosa favola di guerra

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daniel craig - defianceQuello che ti aspetti dalla rinnovata collaborazione tra Zwick e il maestoso direttore della fotografia Eduardo Serra è quantomeno che i due ripetano l'assoluta sinergia di vedute e intuizioni che rendeva l'ultima parte del precedente Blood Diamond (quella più genuinamente avventurosa in cui Zwick si scrollava di dosso il pesante fardello della denuncia a tutti i costi) assolutamente strepitosa per respiro epico di grande classicità, sorprendente ampiezza degli spazi e incessante libertà ritmica. Quello che hai è un sodalizio artistico che raggiunge risultati anche superiori alle attese: la foresta in cui i fratelli Bielski (Daniel Craig, Liev Schreiber, Jamie Bell) conducono insieme a decine di altri ebrei la loro resistenza all'eccidio nazista, e in cui il film si immerge sin dall'inizio per non uscirne praticamente più, Zwick e Serra te la fanno incollare addosso. Terra, pulviscoli di luce attraverso le fittissime file di alberi, foglie scure sotto i piedi, nascondigli tra le rocce e fiumiciattoli pallidi in cui fare il bagno dopo aver superato l'inverno: in questo scenario desaturato Serra si muove sempre acquattato, perennemente pronto a scattare, come se la macchina da presa rappresentasse un pericolo costante in agguato dietro i tronchi e accucciato sotto le pietre. Aiutato dalla performance tutta di purissimo istinto attoriale di Daniel Craig, la cui espressione di stolida fermezza rimanda davvero ai capitani bastardi e implacabili dei superbi plotoni del war movies classici di Hollywood, Zwick inscena delle sequenze di battaglia di solidità quasi fuori dal tempo, confermando la percezione del suo cinema come di uno sguardo assolutamente pesante, ma nei suoi momenti migliori sempre incanalato sui binari essenziali di una messinscena vigorosa e vibrante.
Quello che non ti aspetti da Edward Zwick, soprattutto dopo l'incipit del film in cui con la solita sfacciataggine (quella dell'inaccettabile prologo di
Blood Diamond) spaccia per veri degli spaventosi filmati d'epoca fittizi zeppi di crudeltà disumane da parte delle SS sugli ebrei, è che trasformi una vicenda realment
defiancee accaduta, quella della resistenza nelle foreste dei Bielski e del loro seguito, non solo in un gonfio canto di mitragliatrici, ma addirittura in una storia per alcuni versi sorprendentemente visionaria.
In cui questi rifugiati si sforzano di ricostruire una comunità tra i boschi, dandosi dei compiti e tirando su delle abitazioni dove può rinascere una società e possono rivivere dei sentimenti; in cui la bella che si allontana da sola dal villaggio deve vedersela con un lupo da (ab)battere a colpi di pistola; in cui anche l'Antico Testamento viene riscritto come sanguinosa favola di guerra, l'inizio per il popolo di Israele della ricerca mai doma di una Terra su cui vivere stanzialmente: alla stegua di Mosé, Tuvia/Craig alla guida del popolo in Esodo deve sfuggire all'Angelo Sterminatore che viene da cielo, e poi tentare di far attraversare le acque (della palude, in questo caso) alla sua gente – sono le sequenze finali del film, anche stavolta sicuramente le più riuscite, in cui Zwick è ancora una volta abilissimo negli innesti di Pathos da grande spettacolo. Eppure quelle due battute su cui si chiude la dissolvenza in nero conclusiva, scambiate tra i due fratelli che si son divisi per seguire i loro modi paralleli di resistere (Zus/Liev Schreiber unendosi con i partigiani comunisti bielorussi), finalmente riunitisi, riesce addirittura a commuovere: “L'hai vista?” “Cosa?” “La foresta.” “Sì. E' bellissima.”

Titolo originale: Defiance
Regia: Edward Zwick
Interpreti: Daniel Craig, Liev Schreiber, Jamie Bell, Alexa Davalos, Allan Corduner, Mark Feuerstein, Mia Wasikowska, Tomas Arana, Iben Hjejle
Distribuzione: Medusa
Durata: 129'
Origine: USA 2008

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    Un commento

    • ottimo pezzo, per carità… ma a mio parere parliamo di un pessimo autore. l'unico film di Zwick degno di nota è Glory. questo Defiance è almeno migliore di Attacco al potere e Blood Diamond. cmq la recensione è interessante