"Quarantena", di John Erick Dowdle

quarantena

Il remake americano di Rec si rivela essere il perfetto esempio di cosa non dovrebbe essere un rifacimento: cinema morto e senza fantasia, fastidiosamente privo di una ragion d’essere. Involontariamente, la visione del film di John Erick Dowdle è piuttosto un invito a rivedere l’originale, ignorando o dimenticando in fretta l’esistenza di Quarantena.

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quarantenaEcco un esempio di remake dinanzi al quale il giudizio sembrerebbe rimanere sospeso e incerto, tale è lo stupore nel ritrovarsi a fare i conti con un prodotto talmente singolare nella sua natura che non può non lasciare interdetti. Chi ben si ricorda del bel Rec e della sua struttura “ad imbuto”, uscito solamente l’anno scorso, non ha nessun motivo valido per vedere Quarantena: rifacimento quasi totalmente identico, fatta eccezione solo per pochissimi particolari, al punto che se non fosse per il cambio di località (Los Angeles al posto di Barcellona) e la componente attoriale, sembrerebbe quasi lo stesso film. Ma perché realizzare un remake tale, allora? La domanda è destinata a rimanere senza risposta: e allora non si può fare a meno di considerare Quarantena un pessimo film, purissimo esemplare di cinema che è già morto, senza fantasia, un parassita che si appoggia senza vita al film originale senza una vera e propria ragion d’essere. Perché mai si dovrebbe vedere un film già visto? Non si tratta di rivedere un film amato di fronte al quale, forse, alla seconda visione parte della sorpresa potrebbe venir meno. No, si tratta di vedere un film nuovo, a sé, che però già dai titoli di testa ci appare tremendamente vecchio: e questo, oltre che grave, è sintomatico di un certo modo di intendere la rielaborazione e la reinterpretazione filmica che francamente lascia sbalorditi. Non è questione di tirare in ballo lo Psycho di Gus Van Sant (oramai punto di riferimento amato/odiato ogni qual volta si teorizza il concetto stesso di remake) né il tanto vituperato Funny Games U.S. di Haneke: il film di John Erick Dowdle è oggi il paradigma perfetto del nulla concettuale intorno al quale ruota una certa filosofia produttiva di Hollywood, quella secondo la quale l’intelligenza dello spettatore pagante sarebbe pari a zero. Per un cinema che quindi non va visto (Quarantena), ce n’è sempre uno che va ri-visto: invitiamo allora con piacere a rivedere Rec della coppia Balaguerò/Plaza, brillante riflessione sulla visione e la messinscena della paura, tanto sorprendente quanto era stata deludente la precedente produzione registica del duo (Fragile, Second Name, Darkness), dimostrazione perfetta e cristallina che chi crede ancora nel cinema può ancora utilizzarlo per dire qualcosa. Voltiamo le spalle a Quarantena, davvero, voltiamo le spalle a chi non ha più nulla da dire.

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Titolo originale: Quarantine  

Regia: John Erick Dowdle  

Interpreti: Jennifer Carpenter, Jay Hernandez, Johnathon Schaech, Columbus Short, Marin Hinkle, Rade Serbedzija, Greg Germann, Joe King  

Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia 

Durata: 88’  

Origine: USA, 2008

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