"Il primo respiro", di Gilles De Maistre

Documentario che mostra il rituale del parto in diverse culture del mondo. Tra spiritualismo cosmico e musica new age il momento della nascita perde qualsiasi mistero, anche a causa di uno sguardo senza pudore che registra meccanicamente, attraverso inquadrature ginecologiche, l’origine stessa della vita.

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Sarebbe interessante porsi ancora delle domande etiche sui limiti del filmabile, ovvero cosa può essere ripreso e cosa deve rimanere fuori campo, cosa può essere mostrato e cosa no. Il parto, essendo l’origine della vita umana, così come la morte, che ne è la fine, dovrebbero rimanere al di fuori della riproduzione filmica per restare esperienze umane vissute in prima persona. Se ne può fare una rappresentazione ma cogliere in diretta il momento della nascita sembra un furto fatto alla vita di altri. Gilles De Maistre, regista di questo documentario che racconta il modo in cui viene affrontato il parto da donne appartenenti a diverse culture, non sembra essere dello stesso parere. Anzi sofferma il suo sguardo in maniera ginecologica sul sesso femminile per mostrare l’esatto istante in cui un bambino o una bambina inizieranno la loro vita. Ci si domanda anche perché, se visto su uno schermo o in una foto, il dettaglio degli organi genitali durante l’atto sessuale sia considerato da molti pornografia mentre quello della nascita (ripreso nello stesso identico modo in cui gran parte del cinema hard mette in scena l’atto sessuale) debba essere avvolto da un alone di purezza e candore.
Quando non è concentrato sui corpi delle donne lo sguardo di De Maistre si perde in uno spiritualismo visivo fatto di pianeti e costellazioni, immagini esotiche, tramonti e oceani, accompagnati da una musica New Age invasiva e disturbante che vorrebbe sottolineare ancora di più la portata cosmica di questa pellicola. L’empatia emotiva dello spettatore viene frenata da un epidermico fastidio, di origine voyeuristica, che si trasforma in disagio quando ci si accorge di essere solo degli estranei davanti alle immagini mostrate. La voce over di Isabella Ferrari elimina poi qualsiasi residuo di mistero e intimità, cancellando quel necessario pudore che sempre bisognerebbe mantenere quando in gioco non c’è solo la finzione ma la vita (reale) di altre persone.

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Titolo originale: Le premier cri
Regia: Gilles De Maistre
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 99’
Origine: Francia, 2009

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