FILM IN TV – “A proposito di Henry”, di Mike Nichols

A proposito di Henry
Il film di Mike Nichols è in bilico tra commedia e dramma, tra speranze e delusioni, protagonista di un cinema che ci viene da un altro tempo, è un prezioso reperto che ci sembra infantile e banale, mai imbarazzante, che racconta attraverso una lente, se si vuole favolistica, di una rinascita che in verità molti vorrebbero vivere. Giovedì 3 febbraio, Sky Cinema Family, 0.45

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A proposito di HenryUn film come A proposito di Henry non trova una corretta valutazione se non si tiene conto del periodo in cui è stato realizzato. Nel 1991, anno di produzione del film, le società occidentali uscivano da quel fenomeno metropolitano che aveva coinvolto anche il modo di rapportarsi alla vita urbana e che era stato definito yuppismo. Era una filosofia edonistica, una modalità per affrontare la quotidianità tanto radicata in occidente da diventare parametro di valutazione personale. Nel contempo lo yuppismo, figlio degenere di un mal digerito superomismo, avrebbe attecchito nella mentalità comune comunicando ai propri esegeti un senso di quasi onnipotenza, di impunità di casta, di spicciolo cinismo nel nome di una autoaffermazione, comunque sia e comunque vada.

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Non è assolutamente casuale che proprio in quest’ottica e con lo stesso scopo del film di Mike Nichols, il 1991 sia lo stesso anno in cui Bret Easton Ellis manda alle stampe American Psycho che resta forse il suo migliore romanzo, nel quale la spietata critica al fenomeno sociale degli yuppie è violenta almeno quanto lo è la vita segreta di Patrick Bateman il protagonista del romanzo.

Questa speranzosa rivalsa rispetto al decennio precedente, spinta da nuove prospettive che il mondo politico offriva e l’avvenuta cancellazione di ogni divisione ideologica, ha creato evidentemente l’humus necessario per la realizzazione di due opere che hanno lasciato una traccia anche a distanza di tempo.

Mike Nichols non è nuovo a queste analisi della società americana attraverso il cinema, come è evidente nel caso di A proposito di Henry. La sua attenzione era stata catturata dall’antimilitarismo sessantottino in Comma 22 (1970), aveva già lambito lo stesso tema del carrierismo nella impietosa commedia Una donna in carriera (1988), aveva raccontato in una prospettiva personale l’ecologia antinucleare in Silkwood (1983), ma soprattutto aveva segnato una generazione raccontando i turbamenti che nascondevano la ribellione in Il laureato (1967), film genialmente anticipatore di quel movimento che era alle porte, tutto sottotraccia nelle vicende del film e disegnate sul volto imberbe di Dustin Hoffman.

Questo è Mike Nichols e quindi il suo A proposito di Henry, in bilico tra commedia e dramma, tra speranze e delusioni, è protagonista di un cinema che ci viene da un altro tempo, è un prezioso reperto che ci sembra infantile e banale, mai imbarazzante, che racconta attraverso una lente, se si vuole favolistica, di una rinascita che in verità molti vorrebbero vivere. Henry è un cinico avvocato che si trova casualmente coinvolto in una sparatoria. Sarà costretto a ricostruire la propria memoria e la propria vita applicando principi etici fino ad allora dimenticati. Si tratta di una palingenesi che il cinema ci ha mostrato in vari modi, umanisticamente anticipata, per restare in tema di ricordi cinematografici, da Turista per caso di Lawrence Kasdan, un autore che si è rivelato un attento lettore e scrutatore della mappa dei sentimenti. Un’ipotesi di vita come quella di Henry ci affascina ed evidentemente ha affascinato molto il suo protagonista se si conta che già nel 1986 Harrison Ford aveva girato con il geniale Weir Mosquito coast che molte affinità ha con questo di Nichols e anni e anni dopo nel 1998 Sei giorni e sette notti di Ivan Reitman, una commedia in puro stile americano che nella stessa linea di pensiero propone un’ipotesi di metamorfosi della propria esistenza come conseguenza dell’amore.

 

Titolo originale: Regarding Henry

Regia: Mike Nichols

Interpreti: Harrison Ford, Annette Bening, Bill Nunn, Mikki Allen, Donald Moffat.

Durata: 107’

Origine: USA 1991

Giovedì 3 febbraio, Sky Cinema Family, 0.45

 

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