Nuovo Cinema X Factor

X Factor Italia 2012

Il reality televisivo è sempre più un pastiche di generi cinematografici capace di condensare western, giallo e mélo. A questo melting pot uno show come X Factor aggiunge l’elemento musical. Ecco il 1° episodio di una rubrica che seguirà tappa per tappa questo talent show dallo sguardo intensamente cinematografico

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

X Factor Italia 2012Prima o poi si dovrà affrontare seriamente un discorso sull’estetica del reality, che rappresenta forse il momento di massima prossimità della televisione al linguaggio del cinema, in cui la grammatica del piccolo schermo si appropria di quegli elementi stilistici e retorici che rendono avvincente ed emozionante la narrazione cinematografica.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

 

Perché da Master Chef a The Apprentice è tutto un asserragliarsi di sguardi in controcampo, primi piani stretti e dettagli, personaggi che si fronteggiano come in un western all’interno di un plot da whodunit – “chi sarà eliminato?” è la domanda che dobbiamo porci in ogni episodio – ma con l’intensificazione emotiva propria di un mélo che non ci risparmia mai lacrime, isterismi. Il reality televisivo è un pastiche di generi cinematografici di quelli che il grande schermo non sa più proporre e neanche la serialità, che sembra sempre più una bella donna alle prese con le prime rughe.

 

morgan x factor 2012Va da sé che a questo melting pot uno show come X Factor aggiunge l’elemento musical arricchendo una drammaturgia già densa di ulteriori riferimenti, di un gusto pop e citazionista che lega la nostalgia figlia di quest’epoca ai serrati tempi televisivi. Ed ecco che il primo episodio della nuova edizione parte con un vero e proprio flashback, un “riassunto delle puntate precedenti” , ripercorrendo i momenti salienti della vittoria di Francesca Michielin: «La vincitrice di X Factor sei tu Francesca», grida Cattelan, il pubblico esplode, parte la base e la sedicenne Cenerentola di Bassano inizia a cantare la sua hit. Ritorno al presente: il led si dissolve e Francesca, diventata nel frattempo popstar di mestiere, sale di nuovo su quel palco, circondata dai nuovi protagonisti, seguitando a cantare il brano, senza soluzione di continuità tra video e realtà: è reality.

 

Da quando lo show è passato su Sky, svecchiato di alcune lungaggini à la Fantastico o San Remo, marchio di fabbrica di una Rai ostinata a rimanere nel Novecento, la vocazione al pastiche linguistico è sempre più smaccatamente esibita: i daytime, con i punti di vista moltiplicati delle varie telecamere accese, il montaggio frenetico tra studio e retropalco danno vita a una sorta di diary of the dead, mentre durante lo show serale si lavora in direzione della citazione, dalle esibizioni dei talent al look dei giudici: Arisa e Morgan che raccontano il proprio film, una commedia romantica per lei, trasformata da brutto anatroccolo in cigno; un horror gotico per lui, sempre più incline a giocare con la propria immagine disfatta e che alla première si presenta come il Cheyenne di  This Must Be The Place.

donatella - mengoniE ancora le scenografie di Luca Tommassini, che non inventano mai nulla ma ripropongono miracolosamente live interi video musicali, da Duel dei Propaganda a Time Bomb di Kylie Minogue, agli effetti cromatici di Somebody that I Used to Know di Gotye. Gli stessi concorrenti sembrano dei replicanti, dei sosia: dal primo eliminato Nicola, ibrido tra Lucio Battisti e il Bruno Martelli di Saranno famosi; Romina, una Lady Gaga trasformata in Annie Lennox, alle gemelle del duo Donatella, ninfette in stile Tatu dal look new wave.

Certo in questo museo di Madame Tussauds il vertice visivo di X Factor Italia è per ora sempre nelle incredibili performance di Marco Mengoni, veri e propri happening in grado di fondere Beatles e glam rock, AC/DC e pattini a rotelle; Battisti e il metal; rifacimenti letterali di Prince, David Bowie e Talking Heads: un bignami di storia della musica pop condensata di due minuti scarsi di esibizione.

 

 

 

Donatella – Time Bomb

 

Marco Mengoni – Psycho Killer

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    2 commenti

    • la premessa che una miglior formula del format reality aspiri a fagocitare il miglior cinema postmoderno esistente può essere condivisibile…ma che il miglior cinema esistente (anche solo quello made in italy) fatichi a rielaborare e in certi casi a sublimare (V. 'Cesare non deve morire') la commistione dei generi è un pò pretestuoso! Bellocchio e Garrone rivitalizano dramma e commedia riscoprendo il surrealismo (genere che nei reality o speudo tali è quasi sempre grosttesco-trash) e Virzì è sempre alla testa della migliore commedia-melò all'Italiana…a voler azzardare c'è anche l'esordio di Lo Cascio alla regia con "la città ideale" apprezzabile commedia-noir…solo per citare alcuni casi evidenti

    • molto interessante il discorso sul flashback della vittoria della Michielin che si riconduce invece alla finale1 dove hanno ricantato i ragazzi eliminati in questa edizione. m'ha ricordato le sensazioni che di solito si vivono durante le cerimonie di apertura o chiusura delle olimpiadi.