FILM IN TV – The Yards, di James Gray

the yards
Quando si pensa a Gray come l’autore capace di compenetrare il sogno europeo in quello americano, s’immagina proprio questo: le yards che sono circa un metro, la fenomenale capacità di lasciar fumare i tombini della città,
che rende i corpi fondi del loro ambiente e l’ambiente figure tra i corpi stessi. Mercoledì 18 giugno, ore 21.15, Premium Cinema Emotion
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THE YARDSPresentato in Concorso a Cannes nel 2000, è il secondo lungometraggio (dei cinque in totale) del regista statunitense, dopo l’esordio nel 1994 con Little Odessa. Considerato il più debole della sua fantastica filmografia, The Yards, in realtà, racchiude tutto il grande cinema, in un’odissea continua, sempre in bilico tra l’ombra e la luce, con i corpi che compenetrano l’oscurità. Mark Wahlberg, Joaquin Phoenix, James Caan, Charlize Theron, Faye Dunaway, Ellen Burstyn, Tony Musante (ed anche Tomas Milian), in un dramma famigliare, noir e thriller, in cui i corpi pulsano in fondo della stessa materia. Livido, duro, magmatico, come sempre, con la polvere che copre i ricordi, Gray scopre però per noi l’amore, di origine classica, dove sembra che la storia sembra dipanarsi rispettando la cronologia del girato, in cui senti addosso tutto il peso della colpa, del violento attacco agli affetti. In fondo, e’ sempre un thriller morale. Leo (Mark Wahlberg) torna a casa dopo aver scontato 16 mesi di prigione per un furto d’auto e per non aver fatto la spia, facendo i nomi dei suoi complici. Appunto, tra i suoi complici c’è Willy (Joaquin Phoenix), pronto ad aiutarlo ad inserirlo nel suo nuovo lavoro. Ha trovato fortuna nell’azienda di Frank (James Caan), imprenditore delle ferrovie di New York, affarista senza scrupoli, corruttore di funzionari pubblici e tangentista incallito nel mondo degli appalti. Leo viene ancora una volta usato dall’amico Willy e viene ingiustamente accusato di omicidio. Sia la polizia che Frank gli danno la caccia e soltanto la cugina (Charlize Theron), di cui è segretamente innamorato, nonostante sia la donna di Willy, cercherà di aiutarlo a venirne fuori.
 
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the yardsIl film è basato su uno scandalo di corruzione degli anni '80, in cui realmente rimase coinvolto anche il padre del regista. Questi sono gli istanti privilegiati che trascendono la mediocrità. La soddisfazione di ogni desiderio è sempre altrove rispetto a laddove ci aspettiamo che sia, perché sappiamo che il desiderio sta racchiuso in questa erranza, perché sappiamo che l’homo è viator, essere in cammino, in continuo divenire, perché sappiamo che la terra senza male è quella dei molteplici incontri, delle strade aperte senza indicazioni o numerazioni, perché sappiamo, che la vita sociale si forma in un dedalo di strade (due amori, e niente più) e che il viaggio è l’archetipo del percorso della vita umana. Padrone della notte, immerso in questo liquido dionisiaco che ci stordisce la mente, come quel vino forte che mescolato con acqua dà un senso di ebbrezza, di eccitazione, di euforia incontrollata. Gray ci ricorda il suo spirito d’azione pura, quasi impercettibile, tutta in tensione, che abbraccia lo stupore e la disperazione in un solo battito di palpebre. Questa volta è un volo dalle scale che ci fa lievitare, non tanto ovviamente per la potenza in se, ma per l’atto in noi. Quando si pensa a Gray come l’autore capace di compenetrare il sogno europeo in quello americano, s’immagina proprio questo: le yards che sono circa un metro, la fenomenale capacità di lasciar fumare i tombini della città, che rende i corpi fondi del loro ambiente e l’ambiente figure tra i corpi stessi. Padrone della strada…
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