Quest'anno si era un po' perplessi davanti a X Factor. Si rimpiangevano gli anni precedenti. Più ricchi, più vivaci. Poi, durante l'ultima puntata, arriva la nostalgia. Come l'ultimo giorno al mare col cielo nuvoloso prima che si chiudano gli ombrelloni e si sta sulla spiaggia con gli amici di tutta l'estate prima di separarsi da loro e tornare a scuola. E poi forse il meglio è stato tenuto qui. Perchè le scenografie di Tommasini sono esplose sin dall'apertura. Fuochi d'artificio sul Forum d'Assago sembrava sfondare la tv. Oggi si balla, ma si balla davvero.

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Vince Lorenzo. Uno dei più composti, con qualche improvvisa accensione. Per il cammino e la crescita si preferiva Madh. Ottima comunque Ilaria il cui inedito My Name cresce ad ogni riascolto, così come quello di Lorenzo (The Reason Why), già disco d'oro dopo una settimana. Il Sayonara di Madh ha bisogno di più tempo per entrare in testa mentre quello di Mario, All'orizzonte, già impazza per le radio.

Stasera non ci saranno pagelle. A questo punto, abbiamo già avuto le nostre preferenze sui concorrenti. E la trasmissione è partita subito in quarta con uno dei momenti più alti di quest'anno, il medley di Mika con i quattro finalisti. Da sentire e risentire. Da vedere e rivedere. Poi qualche abbraccio alla volemose bene tra Morgan e Fedez che sanciscono il passaggio di consegne dal giudice vincitore della scorsa edizione a quello di quest'anno.

E poi duetti: il ritorno di Arisa che canta con Mario, Madh con Malika Ayane, Lorenzo con Gianna Nannini e Ilaria con Tiziano Ferro. Stavolta non scegliamo quello che ha funzionato meglio. Per parafrasare Tornatore, stavano tutti bene. E X Factor 2014 è come quei film in cui si vedono già da subito i difetti, gli attori bravi che non sempre funzionano, le tracce mélo che diventano appiccicate scene madre. Ma anche con momenti riuscitissimi. I provini e i bottcamp come una partenza a razzo. Poi il film nel corso delle puntate si perde per rifarsi poi col finale. Può bastare, per certi film sì, per altri no. Ma basta un attimo, come Elio Germano che canta Vasco in Anima fragile in La nostra vita di Daniele Luchetti. E quel film cresce negli anni e diventa sempre più bello e importante.

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