Ci sono, in questo primo episodio dei Confini d'Europa, due momenti forse opposti, uno totalmente “salaniano”, davvero un istante di esemplare “cinema-Corso”, e l'altro invece del tutto inaspettato, probabilmente inedito e mai più ripetuto all'interno della sua opera.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
THE OTHER SIDE OF GENIUS. IL CINEMA DI ORSON WELLES – LA MONOGRAFIA

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------

Con ordine: Corso va girando per Ceuta/Gibilterra con un'attrice madrilena 23enne e un operatore. L'attrice ha il compito di inventare un film che unisca le suggestioni dei luoghi e delle situazioni che va visitando insieme a questa ristretta troupe (i suoi appunti di sceneggiatura li sentiamo fuoricampo letti in un tenerissimo italiano stentato). Ad un certo punto sembra che la storia del film da costruire coinvolga una coppia, il cui “lui” è interpretato da Salani, che va ad informarsi dalla bella donna bionda che tiene un ufficio che organizza matrimoni-lampo a Gibilterra. La sequenza è documentaristica, Salani chiede informazioni alla donna, si fa mostrare i luoghi della cerimonia, si fa raccontare aneddoti. E' così che finiamo in un piccolo cortile con scalinata in pietra, dove vengono officiati i matrimoni in primavera: la scalinata viene utilizzata per far discendere la sposa verso l'altare, con un rustico tocco scenografico. E' a questo punto che Salani ha una trovata che davvero può appartenere solo al suo modo di fare e vedere il cinema: chiede alla responsabile dell'Agenzia Matrimoniale, che va continuando la sua descrizione dei matrimoni flash di Gibilterra, di fingere di essere la sposa, e di scendere le scale di pietra mentre lui la riprende. La donna è prima ragionevolmente imbarazzata, un po' ride mentre “gira” la scena (“non ridere!” le intima Corso fuoricampo), alla fine compie il tragitto e si ferma davanti all'obiettivo di Salani. Ennesimo, commovente frammento del cortocircuito su se stesso che Corso faceva puntualmente compiere al cinema.

Per contro, mentre la giovane protagonista è impegnata in una conversazione al cellulare camminando per strada davanti ad una scuola, un'orda di bambini a campanella suonata “rompe” del tutto la pretesa di verosimiglianza della scena, circondando la ragazza e ammiccando gioiosamente alla videocamera con smorfie, saluti, balletti…i volti dei piccoli riempiono l'inquadratura, la ragazza si allontana, l'operatore resta un po' su questi giovani sorrisi, e all'improvviso un ralenti. Come per cogliere un ultimo momento l'innocenza e la spensieratezza su quei volti, un artificio tra quelli che più agiscono in maniera dichiarata sulla percezione della realtà ripresa, com'è il ralenti che infatti Salani ha usato sempre pochissimo nei suoi film. Forse l'unico momento di tenerezza infantile di tutto il suo cinema – un frammento strano, non proprio originalissimo. Una scelta spiazzante che mantiene però quella irresolutezza propria di tutto il progetto dei Confini d'Europa.

Corso Salani, per sempre
Confini d'Europa – Ceuta e Gibilterra (2006, 54')
mercoledì 7 marzo h 20.30
Sentieri Selvaggi – via Carlo Botta, 19 a Roma
INGRESSO GRATUITO
INFO: mail info@sentieriselvaggi.it
Tel 0696049768

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------