"Transporter:Extreme", di Louis Leterrier

Come in quei terribili e meravigliosi disegni dei bambini più piccoli, tutto Leterrier tende alla deformazione delle leggi fisiche più elementari, arremba dal cielo, precipita sulla terra e risale, tutto preso dal godimento di confondere il blu con il marrone, il volo con l'equilibrio precario, la rinuncia con l'ardimento sconfinato.

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Transporter  Extreme è tante cose insieme. Partiamo dalla prima, anzi, direttamente dal titolo. Extreme, appunto. Smisurato, eccessivo, estremo, eccedente. Oltre insomma, la materia, lo sguardo, il corpo. Roba scottante, teorica sì, eppure meravigliosamente pratica, terrigna, muscolare. Leterrier fa del cinema un gesto trasparente, etereo come l'aria e caldo come una vampata di fuoco. Cinema azzerato, estremo, monosillabico e fosforescente. Brilla nell'oscurità, fiammeggia alla luce del sole. I primi minuti: parcheggio sotterraneo, malviventi non ben intenzionati, quattro (più una donna) contro uno. Mai fidarsi dei numeri e soprattutto della vista. L'"uno" non ha peso, né consistenza numerica. Parla poco, si muove felino e probabilmente non sa mettere due parole in croce. Mai fidarsi delle parole, dei discorsi, delle frasi di circostanza. Conta il movimento nello spazio e la rapidità con cui lo si percorre. Il resto mancia, dedicato a chi insegue verbo e logica. Dicevamo allora. Il trasportatore, l'autista, l'uomo su cui si può sempre contare. Jason Statham, certo (fisicità da brivido, capace di battersela ad armi pari col Willis dei tempi d'oro), ma anche Louis Leterrier. Cineasta spicciolo, profondamente artigianale, prepotentemente ancorato alla terra, al cielo e all'aria. Le sue parole chiave sono più o meno queste: trasportare, guidare, evitare, curare, morire (se mai ce ne fosse bisogno). Gran belle cose, perché legate alla vita e a qual cinema che sa farti sprofondare nelle viscere dell'atto, dell'azione e di un sentimento nervoso e a fior di pelle, eppure sempre ritardato, posticipato, cristallizzato. Due sequenze enormi, smisurate, estreme di fatto: Statham in macchina si reinventa padre del bambino che deve proteggere, prima, freno, seconda, la macchina si sposta più avanti, al ragazzino viene evitata la discussione dei genitori.

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Seconda scena illuminante: alla fine dei giochi, Statham va a trovare in ospedale la famigliola riunita al gran completo, in mano ha un bel mazzo di fiori. Sta per entrare, poi ci ripensa, il tempo di lasciare i fiori su un carrello e lui è già fuori dall'ospedale. Il trasportatore ha regole precise, così come le aveva Danny The Dog. Guardare, ma non toccare, difendere, ma non amare, avanzare in taluni casi, indietreggiare in altri. Il cinema di Leterrier (finanziato, accarezzato, pensato e amato da Besson) è tutto preso e racchiuso nelle oscillazioni impazziate di questo pendolo di carne e sangue che si muove a intervalli impazziti e a battiti irregolari. Un grande cuore palpitante che sente la realtà prima di conoscerla e che procede per strappi, variazioni, detour e mutamenti ininterrotti. Un cuore bambino che ridisegna le coordinate del proprio sguardo e di quello del mondo. E allora come in quei terribili e meravigliosi disegni dei bambini più piccoli (Dario argento vi ha costruito un intero cinema), tutto Leterrier tende alla deformazione delle leggi fisiche più elementari, arremba dal cielo, precipita sulla terra e risale, tutto preso dal godimento di confondere il blu con il marrone, il volo con l'equilibrio precario, la rinuncia con l'ardimento sconfinato di chi deve comunque portare a termine una missione. Pieno, onnivoro, totale. Cinema di vibrazioni e di echi, di rincorse e di pause ancora più calde e avvolgenti. Videoclip d'avanguardia, fumetto d'antan, astrazione delirante. Transporter: Extreme fonde e confonde senza tregua e senza mezze misure, col piede sull'acceleratore, il freno bloccato e il cuore in gola. Cinema d'altri tempi? Sì, ma anche cinema di un altro tempo.

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Titolo Originale: Le Transporteur II


Regia: Louis Leterrier


Interpreti: Jason Statham, Alessandro Gassman, Amber Valletta, Kate Nauta, Matthew Modine, Jason Flemyng


Distribuzione: 20Th Century Fox Italia


Durata: 90'


Origine: Francia/Usa, 2005

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