"Le ultime 56 ore", di Claudio Fragasso

ultime 56 ore
Fagasso stavolta più che inseguire un (impossibile?) cinema di genere, prova a piegare la sua indole spettacolare per raccontare le fragilità e il dolore di uomini soli e la complessità di una questione morale (e politica) per anni vergognosamente negata. Qui – forse per la prima volta, e nonostante i soliti limiti di grossolanità e "pesantezza" –  riesce quantomeno a trovare un respiro

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Le ultime 56 oreTre anni dopo Milano Palermo il ritorno Claudio Fragasso torna dietro la macchina da presa per affrontare un tema ancora poco frequentato dal cinema italiano e decisamente scottante: le morti dei militari italiani a stretto contatto con l'uranio impoverito. Il colonnello Moresco dopo l'ennesima morte di leucemia di un suo commilitone decide di prendere possesso di un ospedale e di tenere in ostaggio tutti i pazienti della struttura in cambio di riconscimenti alle famiglie delle vittime dell'uranio impoverito. Non sa però che dovrà affrontare la caparbietà del commissario Manfredi, che è lì con la figlia per assitere la moglie malata Isabella. Ormai Fragasso lo conosciamo. Ed è probabilmente superfluo continuare a storcere il naso di fronte al suo cinema grossolano e "pesante", carico di semplicismi attoriali, grafici e psicologici che ormai appaiono superati non tanto al cospetto del cinema italiano di serie A – che a dirla tutta abbiano noi stessi rinunciato da tempo a riconoscere e, peggio ancora, a catalogare – quanto al livello (tutt'altro che trascurabile) raggiunto dalle stesse fiction poliziesche realizzate per il mercato televisivo. Le ultime 56 ore rispetto a romanzi criminali, attacchi allo Stato e mostri di Firenze (tanto per citare alcune delle migliori fiction realizzate in tempi recenti) segnala non tanto una stanchezza o un'assenza di mestiere, quanto forse una filiazione fin troppo dichiarata con certi stilemi registici anni Novanta. Detto questo, e data per scontata la macchinosità urlata del cinema di Fragasso, il cui piccolo fascino è semmai sempre risieduto proprio nella sua spavalderia dichiarata e oltranzista, nel suo atto di presenza come "mosca bianca" anti-autoriale, Le ultime 56 ore segna comunque un passo avanti nella sua filmografia. Rivela il tentativo di acquisire un dolore che a suo modo riesce a bucare la superficie del tratto per raggiungere l'anima di un'operazione diversa, meno granitica di quanto possa sembrare apparentemente. Soprattutto nella prima parte, quella più "privata" e spiazzante, il film di Fragasso riesce a raccontare sentimenti e solitudini di un mondo terrorizzato dalla morte e dalla paura della fine. I soldati capitanati da Moresco, la famiglia spezzata e poi riunita dalla malattia di Isabella, la sofferenza del soldato condannato a morire con cui si apre il film dopo il breve prologo nei Balcani: pennellate melodrammatiche che riescono miracolosamente ad arrestare il tempo di una pellicola che troppo frettolosamente credevamo fosse destinata al buco nero di un collasso accelerato, rumoroso, divampante. Fagasso stavolta più che inseguire un (impossibile?) cinema di genere, prova a piegare la sua indole spettacolare per raccontare le fragilità di uomini soli (come recitano i militari condannati a morire nell'intenso finale) e la complessità di una questione morale (e politica) per anni vergognosamente negata. Qui, forse per la prima volta, riesce quantomeno a trovare un respiro.

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Regia: Claudio Fragasso
Interpreti: Luca Lionello, Gianmarco Tognazzi, Barbora Bobulova, Simona Borioni, Primo Reggiani
Distribuzione: Medusa
Durata: 107'
Origine: Italia, 2009

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    Un commento

    • Pienamente daccordo con la recensione di Valeri anche se non ne condivido gli aggettivi (grossolano urlato etc), perchè solo la scena del mercato non è paragonabile nemmeno lontamente alla miglior ficition televisiva. Per il resto (argomento e melodramma ben gestito ed orchestrato) il merito credo sia anche dell'ottima sceneggiatura di Rossella Drudi che come ho letto in più interviste oltre ad essere una abile giallista (concorso di colpa, operazione odissea, la banda, teste rasate, palermo milano solo andata) ha studiato a lungo il problema dell'uranio impoverito, facendo lunghissime ricerche ed interviste, ed è stata lei in primis a volerlo portare sugli schermi con tutte le diffocoltà e i problemi che possiamo immaginare dato l'argomento.