"Le avventure acquatiche di Steve Zissou" di Wes Anderson

Anderson gira con consumato mestiere, ma sembra squadrarlo il suo film per guardarlo sempre dall'alto in basso. Non c'è mai una sola vera immersione ipnotica nel film, i corpi non boccheggiano mai veramente, ma sembrano sempre sin troppo presenti a se stessi…

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Ci ha lasciati assai perplessi quest'ultima opera di Wes Anderson. Rispetto infatti alla trasparenza comunque suggestiva de I Tenembaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou è un oggetto sin troppo composito e ben assemblato. Ma non è un bene, non si tratta di una qualità. Il cinema è in fondo un ibrido,  mescolanza e contaminazione, fuoriuscita dunque di un qualcosa che esce allo scoperto per rappresentarsi. Ecco, in Anderson non c'è fuoriuscita, non c'è dialogo, non c'è interazione. Sin dai primi momenti tutto pare costruito secondo una logica ineccepibile (la presenza del granitico Murray, qui davvero lontano dalla leggerezza di Lost in Translation, che riempie la scena come un novello capitano Achab alle prese con i propri demoni personali), una determinazione severa, un calcolo rigoroso. Ecco, i corpi del film (dal già citato Murray, a quello qui ri/visto di Angelica Huston, sino a un Willem Dafoe che è forse la cosa più bella di tutte le altre messe insieme) vengono presto fagocitati nelle spire di uno sguardo che li annulla nella costruzione d'insieme, piegandoli ad una fastidiosa ostentazione di sé che si protrae all'infinito. Anderson ci prova pure ad essere etereo e leggero, a scivolare dentro l'acqua e ad uscirne fluidamente, ma è uno sport che non fa per lui. Per un film di questo tipo ci sarebbe voluto il colpo di genio astratto di chi ama veramente i propri personaggi, tanto da trasformarli in pure assenze fantasmatiche, in ombre evocatrici, in spettri puri e semplici…Anderson gira con consumato mestiere (la parte finale è straordinaria), ma sembra squadrarlo il suo film per guardarlo sempre dall'alto in basso. Non c'è mai una sola vera immersione ipnotica nel film, i corpi non boccheggiano mai veramente, ma sembrano sempre sin troppo presenti a se stessi, sin troppo ordinati e precisi rispetto ad uno sguardo troppo pulito, ma diciamo pure asettico e artificioso. Quello di Anderson è allora un cinema/acquario, un luogo fittizio dello sguardo bloccato da una grossa vetrata che filtra e isola, impedendoci di liberare davvero lo sguardo. Prova ne è l'incursione del prologo in una Napoli oscenamente finta, così come un proseguio dell'azione ritmato da un cineasta che si compiace continuamente di sé e della propria intelligenza e che manipola oggetti e simboli con un atteggiamento vagamente saccente. Insomma, dietro un'opera come questa non sembra davvero esserci nulla, se non l'atteggiamento annoiato di un autore che evidentemente vede e legge il cinema come un passatempo come un altro. Di un cinema così dal canto nostro non sappiamo davvero che farcene.

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Titolo originale: The Life Aquatic of Steve Zissou



Regia: Wes Anderson



Interpreti: Bill Murray, Willem Dafoe, Angelica Huston, Cate Blanchett, Jeff Goldblum, Owen Wilson



Distribuzione: Buena Vista International Italia


Durata: 118'


Origine: USA, 2004


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

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