28/10/2002 -Graffiti Ungheresi a Trieste

Dal 28 ottobre al 3 novembre film, fotografie ed incontri

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In occasione delle manifestazioni che il nostro Paese dedica quest'anno all'Ungheria, Trieste ospita dal 28 ottobre al 3 novembre 2002 (Teatro Miela, piazza Duca degli Abruzzi, 3) il progetto GRAFFITI UNGHERESI, ideato e realizzato dall'Associazione Alpe Adria Cinema, in collaborazione con Bonawentura, e promosso dalla Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia.
La manifestazione si articola in una serie di eventi multimediali – con riferimento principale al settore cinematografico ma con significative 'incursioni' nelle arti visive e importanti momenti di riflessione e approfondimento storico-politico – che hanno come filo conduttore la rivoluzione di Budapest dell'ottobre-novembre '56.
 
"Graffiti Ungheresi" vuole avviare una riflessione su quegli eventi, partendo da una serie di materiali d'epoca che si intrecciano ad alcuni film narrativi realizzati da cineasti magiari, con una rassegna antologica dei film più interessanti sull'argomento, dove emergono le diverse interpretazioni che, negli anni, il cinema ha dato di questo evento storico e del suo contesto socio-politico. Ad arricchire la rassegna, saranno presentate due personali dedicate ad altrettanti autori ungheresi che, in modo personalissimo e diverso, hanno fortemente legato il loro lavoro alla Storia e al fluire dei suoi eventi sulla vita degli individui, Peter Gothar e Peter Forgacs.
A completare il progetto sarà l'importante apporto di studiosi, storici, giornalisti, intellettuali e testimoni diretti di quei giorni, che daranno vita ad una serie di incontri di approfondimento sui fatti del '56, oltre ad una mostra fotografica che testimonia alcuni dei momenti salienti delle storiche giornate di Budapest.

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La Rassegna:


– QUELL'OTTOBRE DEL '56: una selezione di film realizzati dal 1956 ad oggi, direttamente incentrati sulle vicende della rivoluzione e sulle riflessioni storico culturali che essa ha prodotto. Tra le opere presentate I disperati di Sandor (1965) di Miklós Jancsó, Il padre (1966) di István Szabó, Amore (1970) di Károly Makk e Tosse asinina (1986) di Péter Gárdos; in rassegna anche il film di Indro Montanelli I sogni muoiono all'alba (1961) nato dalla diretta esperienza del giornalista in Ungheria.
Accanto alla rassegna, saranno presentati una serie di documentari sui fatti del '56, tanto di produzione italiana che ungherese.


– con il titolo PASSAPORTO PER LA STORIA viene presenta la prima delle due rassegne monografiche che la manifestazione riserva ancora al cinema, dedicata a PETER GOTHAR, classe 1947, la cui produzione è attraversata dalla costante del tempo, vista come dimensione su cui misurare l'esperienza umana, e da quella della Storia. Il regista fa parte della generazione dei figli, quella che ha vissuto il trauma del '56 in maniera indiretta, ma non per questo meno bruciante. In Megall az ido (Il tempo sospeso, 1981), giudicato uno dei film più intensi sul '56, Gothar coglie alla perfezione gli aspetti politici, psicologici ed 'esistenziali' di quegli avvenimenti. Da segnalare, tra le nove pellicole in programma, anche il recentissimo, splendido Paszport – Passaporto (2000), che fa i conti con la frammentazione dell'ex impero sovietico.


La seconda rassegna, dal titolo "IN CADUTA LIBERA – I DOCUMENTI DI PÉTER FORGÁCS", ripercorre, invece, la produzione artistica di Forgács, noto soprattutto come autore della serie televisiva Privát Magyarorszag (Ungheria privata), in cui ciascun episodio è basato su home-movies d'epoca, rigenerati attraverso il montaggio e affidati all'inconfondibile commento musicale di TIBOR SZEMSZO, uno degli autori più interessanti nel panorama della musica contemporanea. Forgacs, classe 1950, con mezzi linguistici originalissimi ha saputo ricostruire una vera e propria epopea nazionale, in cui i grandi eventi e i loro risvolti tragici vanno di pari passo con annotazioni di costume, appunto, "private".


Accanto alle rassegne cinematografiche, sono programmati una serie di INCONTRI per capire, più che giudicare, il clima di un'intera epoca della nostra Storia recente. Testimoni diretti di quei fatti, giornalisti, storici, critici e intellettuali si confronteranno su tre grandi filoni d'indagine e approfondimento, per raccontare l'ottobre di Budapest del '56, e le conseguenze di quei drammatici giorni, dal punto di vista del cinema (martedì 29 ottobre, ore 18.00: Lo sguardo e la maschera. Il cinema fuori regime), sul piano storico (mercoledì 30 ottobre, ore 18.00: I nodi della storia. Budapest '56, con la presenza, fra gli altri, di Federico Argentieri; giovedì 31 ottobre, ore 18.00: Segreti svelati. Archivi privati, documenti pubblici, tracce di storia), e sotto l'aspetto giornalistico (venerdì 1 novembre, ore 18.15: Il "coro" della tragedia ungherese. Giornalisti a Budapest, presente, tra gli altri, il giornalista triestino Luciano Cossetto, che faceva parte del gruppo dei tredici reporter italiani presenti in quei giorni a Budapest,  e il fotografo Mario De Biasi). Di particolare interesse, la presenza a Trieste del notissimo drammaturgo ungherese Miklós Hubay, protagonista con Giorgio Pressburger e Roberto Ruspanti della conversazione Una frase sulla tirannia, in programma sabato 2 novembre alle 18.00, che sarà seguita dalla presentazione del libro di Ruspanti Quel treno per Budapest, edito da Rubettino.


– La mostra IMMAGINI E DIDASCALIE: I VOLTI DELLA RIVOLUZIONE completa la rassegna con una serie di immagini fotografiche, molte delle quali inedite, che documentano la rivoluzione del '56. L'allestimento include una serie di foto di due testimoni dell'epoca, il giornalista Sergio Perucchi e Mario De Biasi, corrispondenti, rispettivamente in quegli anni, per Vie nuove e per il settimanale Epoca. Due giornalisti che ci restituiscono con toccante immediatezza la verità di quei giorni: le case bombardate, i carri armati tra la gente, le fughe per le strade, i volti non rassegnati dei giovani ungheresi.
Storie dolorose, dense di contraddizioni, come quella dello stesso Perucchi – a cui Montanelli dedicherà l'articolo "un partigiano a Budapest" – che al suo ritorno in Italia, scoprirà che gli articoli quotidianamente inviati al suo giornale venivano regolarmente cestinati per far posto alle veline di Mosca, firmate a suo nome.


Accanto alle fotografie esposte, sarà proposta la video proiezione di un'ampia selezione di immagini provenienti dall'archivio dell'Istituto di Storia del '56 di Budapest.


Info:
Teatro Miela  – Piazza Duca degli Abruzzi ' – 34132 Trieste
Tel. 040/365119; fax: 040/367817
e-mail: teatro@miela.it
www.miela.it
alpe adria cinema – Via San Rocco 1 – 34121 Trieste
tel. ++39 040 311153  fax  ++39 040 311993
e-mail: aac@spin.it
www.alpeadriacinema.it

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