DVD – "Il gabbiano", di Marco Bellocchio

Bellocchio si avvicina al testo di Čechov per addentrarsi negli abissi silenziosi ed oscuri che scuotono l'anima e per indagare sul ruolo dell'artista, continuamente condannato ad inseguire e a perdersi nell'arte stessa, costretto a discendere nell'impervio e doloroso territorio al limite tra l'integrità e il compromesso. Edito dalla Ripley's

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Titolo originale: id.

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Anno: 1977


Durata: 124'


Distribuzione: Ripley's Home Video


Genere: drammatico


Cast: Laura Betti; Remo Girone; Pamela Villoresi; Giulio Brogi; Remo Remotti


Regia: Marco Bellocchio


Formato DVD/Video: 1.33:1 (4/3)


Audio: italiano Dolby Digital 2.0


Sottotitoli: inglese


Extra: interviste a Marco Bellocchio e Silvano Agosti; il provino di Tina Aumont

IL FILM


Il confronto con il testo di Čechov si traduce nella necessità e nel desiderio di Bellocchio di tornare ad intraprendere una riflessione più personale, di addentrarsi negli abissi silenziosi ed oscuri che scuotono l'anima e di indagare sul ruolo dell'artista, continuamente condannato ad inseguire e a perdersi nell'arte stessa, costretto a discendere nell'impervio e doloroso territorio al limite tra l'integrità e il compromesso. L'amore, a causa del quale i personaggi de Il gabbiano continuano a rincorrersi in un crudele circolo di dolore, dominato dall'ipocrisia, dove è impossibile raggiungere e possedere il soggetto amato, diventa un moto di vampirizzazione del proprio essere, consumato come quello di Arkadina (Laura Betti) nell'opportunismo cosciente del proprio egoismo e della propria transitorietà, esaurito come quello di Nina (Pamela Villoresi) in una misera abdicazione della ragione e perso in una fede illusoria, cancellato come quello di Kostja (Remo Girone) dalla coscienza che l'arte non è una via salvifica, ma una discesa verso gli inferi, sospeso come quello di Trigorin (Giulio Brogi), impotente ed inetto spettatore della propria artificiosità, che contamina l'innocenza e la gioventù per servire la propria arte. La costruzione per sottrazione de Il gabbiano, in cui Čechov elimina dalla scena l'evidenza del gesto e toglie rilevanza all'intreccio per riuscire a penetrare profondamente nel mondo intimo e nell'inconscio dei suoi personaggi, che dialogano tra loro e con lo spettatore in un ininterrotto e passivo monologo interiore, amplificando a dismisura il vuoto e la distanza che li soffoca, viene estremizzato dallo sguardo cinematografico adottato da Bellocchio grazie alla scelta formale di isolare i personaggi che popolano la scena ritraendoli rinchiusi in un fitto susseguirsi di primi piani, grazie all'immobilità dei corpi, annullati nella loro esteriorità per dare spazio all'azione interiore, scolpita nella gestualità nervosa dei volti. Lo scenario nel quale si svolgono i primi due atti, gli esterni dove ancora si respira un alito di vita, dove oltre la crudeltà dei rapporti umani è ancora possibile esistere nel proprio sogno, scivola nella labirintica e claustrofobica costruzione del terzo e soprattutto del quarto atto, chiuso negli interni della villa di Sorin dove sempre più la visione si perde nell'oscurità degli ambienti, dove i personaggi si muovono l'uno vicino all'altro eppure irrimediabilmente isolati, fino all'epilogo finale, dove il corpo senza vita di Kostja, mostrato allo spettatore attraverso lo sguardo di Dorn (Remo Remotti), è inghiottito nell'ombra e consegnato al silenzio, in una delle rare ed importanti deviazioni dal tracciato segnato da Čechov operate da Bellocchio, insieme alla scelta di Laura Betti nel ruolo di Arkadina, che perde il fascino soave ed ipocritamente ammaliatore del personaggio pensato da Čechov per irrompere sullo schermo nella figura imperiosa e disperata della madre castratrice.

IL DVD


Ottima l'iniziativa della Ripley's di portare sul mercato il bellissimo adattamento di Bellocchio de Il gabbiano. Il riversamento in video, a parte qualche raro e trascurabile graffio che segna la pellicola, è di alta qualità, con colori vividi e neri densi. Buono anche l'audio, disponibile nell'unica versione in italiano 2.0, i dialoghi spesso appena sussurrati risultano sempre nitidi. Sono disponibili i sottotitoli in inglese. La sezione dei contenuti speciali contiene un'interessante intervista a Bellocchio, che descrive il coinvolgimento autobiografico ne Il gabbiano, racconta l'approccio al ruolo di Remo Girone, commenta la scelta di Laura Betti per il personaggio di Arkadina. Silvano Agosti ripercorre la sua esperienza durante il montaggio del film, illustrando le scelte operate, e descrive l'approccio di Bellocchio all'opera di Čechov. Infine sempre negli extra è contenuto il provino fatto da Tina Aumont per il ruolo di Nina, seguito da un breve commento di Bellocchio che illustra la sua scelta di far interpretare Nina a Pamela Villoresi.


 

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