"Winx Club – Il Segreto del Regno Perduto", di Iginio Straffi

A prescindere dall'evidente grossolanità dei meccanismi d'animazione e dalla sostanziale mediocrità del risultato finale, il merito fondamentale di Iginio Straffi e della sua Rainbow sta proprio nella sorprendente agilità imprenditoriale con cui superano di slancio il soffocante provincialismo di tante produzioni nazionali, inventandosi un prodotto vincente ed un marchio globale assolutamente made in Italy.

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Operazione visivamente forse non esaltante – lontana dai prodigi grafici d'oltreoceano – ma dall'abnorme respiro industriale, espressione di una pianificazione ambiziosa, innovativa e attenta. Perfetto esempio di marketing applicato al cinema: il film si fa semplice tassello di un mosaico commerciale più ampio, di un'unica, complessiva, strategia di brandizzazione, che racchiude sotto lo stesso logo zainetti, giocattoli, figurine e camicette. Così a prescindere dall'evidente grossolanità dei meccanismi d'animazione, dalla modestia della veste grafica e dalla sostanziale mediocrità del risultato finale, il merito fondamentale di Iginio Straffi e della sua Rainbow sta proprio nella sorprendente agilità imprenditoriale con cui superano di slancio il soffocante provincialismo di tante produzioni nazionali, inventandosi un prodotto vincente ed un marchio globale assolutamente made in Italy.
Winx – Il segreto del regno perduto replica di fatto la formula della commedia-magica alla Harry Potter, trasportando sul grande schermo le linee salienti di un successo televisivo mondiale. La storia aggiunge all'epicità della leggenda fatata ed al sentimentalismo-pastello della trama al femminile anche un ritmo particolarmente serrato, quasi da film d'azione, e un'ironia quasi-adulta con situazioni e battibecchi vicini ai toni della commedia brillante classica. Ed è forse anche per questo singolare formato, per questa significativo incrocio tra generi diversi, sorprendentemente consapevole e piuttosto stratificato per essere un film destinato a delle ragazzine, che questo apparentemente innocuo cartone animato – erede digitale di tante saghe animate già celebrate e dimenticate, da Occhi di Gatto a Sailor Moon
, autentiche produttrici di modelli e immaginari al femminile – merita forse un'attenzione in più.
Si tratta di una produzione che va evidentemente ad individuare una categoria di spettatori totalmente nuova, abitata da file di pre-adolescenti che hanno già così tanto cinema
addosso e in testa
da portarsi dietro aspettative spettatoriali assolutamente originali, impegnative, pesanti. Ed ai cui sogni è arrivato dunque il momento di dare in pasto qualcos'altro, qualcosa di nuovo, forse qualcosa di quasi-adulto. Un bacino d'utenza planetario, già in un certo senso inedito per il comparto italiano dell'animazione, che per di più sembra ormai composto da un piccolo, sconosciuto, pubblico-mutante. Animali da cinema, in un certo senso: generazione allevata dallo schermo di casa e che ancora cresce e si trasforma sotto i colpi del cinema. 

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Regia: Iginio Straffi 
Genere: Animazione
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 85’
Origine: Italia , 2007

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