“Sansone”, di Tom Dey

sansone
Il protagonista della striscia a fumetti creata da Brad Anderson fa il suo esordio sul grande schermo. Ma di Sansone rimane ben poco, l’umorismo secco di Anderson, con la sua graffiante brevità e la sua monotonia spiazzante, cede il passo ad una comicità assai più addomesticata, dove quello che conta è solo accattivarsi il pubblico e non più disorientarlo
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sansoneI due ScoobyDoo, i due Garlfield, Beverly Hills Chihuahua e G-Force, tanto per citare qualche titolo. Il fascino esercitato su Hollywood dagli animali parlanti in carne ed ossa, o quasi, sembra proprio non avere fine, complice anche lo sviluppo di tecnologie che, oltre ad esaltare la spettacolarità di questi prodotti, rendono sempre più labile il confine che separa il genere umano da quello animale. Come è facile aspettarsi, il posto d’onore in questa fitta schiera di animali con il dono della favella è riservato al miglior amico dell’uomo: il cane. Ed ecco che dopo la digitalizzazione della creazione di Hanna e Barbera e dopo un nuovo Underdog in live-action, rispolverato da una serie televisiva animata, anche il protagonista della striscia creata da Brad Anderson fa il suo esordio sul grande schermo. Ma del Sansone cartaceo (il nome originale è Marmaduke) rimane ben poco, l’umorismo secco di Brad Anderson, con la sua graffiante brevità e la sua monotonia spiazzante, cede il passo ad una comicità assai più addomesticata, dove quello che conta è solo accattivarsi il pubblico e non più disorientarlo. Sansone è sempre un gigantesco alano ma, a differenza della striscia a fumetti, è un animale parlante, un privilegio che il buon cagnone si ostina a non abbandonare per quasi tutta la durata del film. E’ proprio dalla verbosità sfiancante, resa ancora più insopportabile dal doppiaggio di Pupo (nella versione originale è Owen Wilson a prestare la voce a Sansone), che dovrebbe scaturire la complicità tra cane e spettatore, almeno a detta di Tom Dey, che in una parabola di impossibile decifrazione si lancia in un’incursione nel cinema per famiglie dopo il tentativo di specializzarsi nell’action comedy con Pallottole cinesi e Showtime e dopo la commedia romantica A casa con i tuoi. Oltre a guadagnare il dono della parola, il nuovo Sansone cinematografico si antropomorfizza, non tanto nei tratti somatici, che non subiscono manipolazione in CGI, utilizzata solo per dare movimento alla bocca degli animali, quanto nel comportamento e soprattutto nelle relazioni sociali. Più che sfruttare la sproporzione impacciata di un corpo che eccede l’ordinario e la comicità slapstick che ne deriva, Tom Dey si accontenta di riproporre senza alcuna innovazione i ruoli tipici e i luoghi comuni della teen comedy. L’universo canino di Sansone, che di animalesco ha purtroppo ben poco, è un mondo di adolescenti a quattro zampe, basta sostituire il termine “sfigato” con bastardino e “fico” con pedigree e, secondo Tom Dey, il gioco è fatto, magari infarcendo il tutto, per la gioia dei piccini, con flautenze varie e con i rocamboleschi capitomboli del povero William H. Macy, che continua ad essere frainteso dalla macchina hollywoodiana. Alla banalità dello sfruttamento della formula di genere si aggiunge poi la totale incapacità di raccontare quel rapporto padre/cane, fatto di un imprescindibile, anche se talvolta difficile, bisogno reciproco, che dovrebbe occupare una parte importante del film (è il ritrovarsi di Sansone e di papà Winslow a rendere possibile la riconciliazione conclusiva dell’intera famiglia), ma anzichè diventare la chiave per scavare nelle dinamiche famigliari dei Winslow, rimane solo una traccia marginale ed inesplorata.
 
 
Titolo originale: Marmaduke
Regia: Tom Dey
Interpreti: Lee Pace, Judy Greer, William H. Macy, Caroline Sunshine, Finley Jacobsen
Voci originali: Owen Wilson, Emma Stone, Steve Coogan, Stacy Ferguson, Marlon Wayans, Sam Elliott, Kiefer Sutherland
Voci italiane: Pupo, Paolo Marchese, Sabine Cerullo, Massimo Giuliani, Nanni Baldini
Distribuzione: 20th Century Fox
Durata: 87’
Origine: USA, 2010
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