"Resident Evil: Afterlife 3D", di Paul W.S. Anderson

Resident Evil 3D di Paul WS AndersonPaul W.S. Anderson crea uno spettacolo puro in 3D, avvolgendo lo spettatore e prendendo in prestito il linguaggio e l'estetica da videogame nella narrazione frammentata, movimenti di macchina e uso dei corpi, perfetti e indistruttibili. Tuttavia, nonostante gli sforzi registici, Resident Evil: Afterlife rimane intrappolato nelle maglie del videogioco, strizzando fin troppo l’occhio ai cultori del genere.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Ali Larter e Milla Jovovich in Resident Evil: AfterlifeObiettivo finale: Arcadia. Luogo mitico, un’utopia di cui quasi si stenta a credere l’esistenza. In questo caso, l’ultima – e unica- àncora di salvezza per i pochi umani rimasti in una terra infestata dagli zombi in Resident Evil: Afterlife, ultimo capitolo della saga, tratto dall’omonimo videogioco della Capcom. L’eroina Alice (Milla Jovovich), ormai senza superpoteri, si trova a dover portare in salvo un manipolo di superstiti, tra cui i fratelli Claire (Ali Larter) e Chris Redfield (Wentworth Miller), ma l’impresa non sarà facile tra morti viventi, cani che ricordano quelli di La Cosa, e, soprattutto, la Umbrella Corporation, diretta da un invincibile Albert Wesker (Shawn Roberts).

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Dietro la macchina da presa torna Paul W. S. Anderson, regista del primo capitolo e sceneggiatore degli altri due, il quale prende in prestito la tecnologia di Avatar e realizza un film in cui il 3D esalta lo spettacolo puro. Perché di spettacolo puro si tratta: dalla prima inquadratura, tipicamente fumettistica nel soffermarsi sui dettagli, ai tanti cloni di Alice che invadono il quartier generale della Umbrella Corporation a Tokyo, ma soprattutto con proiettili, vetri, giganti mannaie e zombi che vengono catapultati al di fuori dello schermo, lo spettatore si ritrova avvolto in un ambiente larger than life. Anderson crea un mondo che non è quello reale, uno scenario post-apocalittico a cui i videogiochi ci hanno abituato e proprio da questi mutua il linguaggio con cui lo costruisce. La narrazione si fa frammentaria, tranches aperte e chiuse da dissolvenze in nero, episodi che si accumulano ed eventi che si dipanano in una struttura a livelli di crescente difficoltà. Gli attori si fanno vere macchine da combattimento, dei corpi flessibili all’inverosimile che si rigenerano con la velocità con cui la barra dell’energia si ricarica, perfetti in ogni circostanza, forse anche troppo. Ma è soprattutto nei ralenti, usati nei momenti di maggiore carica adrenalinica, e nei movimenti di macchina che lo schermo si fa interfaccia e lo spettatore crede di trovarsi ancora davanti alla sua console. E, forse, è proprio questo il problema. Nonostante gli sforzi registici, Resident Evil rimane intrappolato nelle maglie del videogioco, strizzando fin troppo l’occhio ai cultori del genere, fino al finale aperto, che ci lascia presagire un altro capitolo della saga. The game is not over, yet.    

 

Titolo Originale: Resident Evil: Afterlife
Regia: Paul W.S. Anderson
Interpreti: Milla Jovovich, Wentworth MIller, Ali Larter, Sienna Guillory, Kim Coates, Spencer Locke
Distribuzione: Sony Pictures

Durata: 102'

Origine: Gran Bretagna,Germania, USA 2010
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative