"Salt", di Phillip Noyce
Con tutte le difficoltà che lo hanno accompagnato, è già un miracolo pensare che alla fine Salt sia stato completato. Il tentativo di cambiare in corsa il sesso del protagonista non è riuscito quasi per niente: più che dare una prospettiva femminile all'eroina, è Angelina Jolie che si ritrova a mascolinizzarsi per interpretarlo. Tuttavia, il film di Phillip Noyce ha sufficiente mestiere per arrivare almeno all'ultima inquadratura, con il regalo di qualche sequenza riuscita
Salt si trascina dietro tutte le cicatrici della difficile lavorazione che lo ha accompagnato. Come è noto, il film era stato scritto e pensato per Tom Cruise e solo in seguito si è ritrovato a fare i conti con Angelina Jolie. Cambiare in corsa il protagonista è un'operazione difficilissima: cambiarne addirittura il sesso è stata un'impresa che ha lasciato dei chiari segni sulla superficie del film di Phillip Noyce. L'abilità di Kurt Wimmer (che si è distinto nel brillante Giustizia privata, che vive la stessa struttura narrativa in cui le missioni si fanno sempre più difficili ed abbracciano un contesto sempre più ampio…) ha retto lo sforzo solo a metà, e i maldestri tentativi di abbracciare una prospettiva femminile non si sono dimostrati molto efficaci: all'inizio ha cercato di far convivere la sua vocazione all'azione con quella di madre (i flashback con il marito, la superflua scena in cui – inseguita da mezza CIA per le strade di Washington – si preoccupa di trovare un nuovo padrone al suo cagnolino), e poi si è rassegnato all'idea di mascolinizzare progressivamente l'attrice. Non si è limitato ad accorciarne sempre più i capelli ma ha finito per farla diventare una specie di essere asessuato, capace di passare disinvoltamente per un uomo per entrare all'interno della Casa Bianca: ci si poteva aspettare uno spy-movie in cui la diva usasse le sue indubbie capacità di seduzione per svolgere la propria missione e invece Salt ha semplicemente cercato di incastrare una donna nel ruolo di un uomo. Resta da capire perchè Tom Cruise abbia deciso di rifiutare il ruolo tagliato su misura per lui, con il quale avrebbe potuto tornare ai bei tempi di Ethan Hunt e di Mission: Impossible. Nel film di Noyce si avverte una certa forma di nostalgia, che ha portato alla scelta di rispolverare le situazioni tipiche della Guerra Fredda: il suo piano è ambizioso ed evolve fino alla catastrofe atomica, messa in atto da una cellula del KGB che era rimasta dormiente per decenni ma sempre fedele al trionfo del socialismo. Il regista vive un'evidente contraddizione: vorrebbe girare un film alla vecchia maniera, con pochi effetti speciali e molti colpi di scena, ma alla fine si ritrova a doversi confrontare con una messa in scena di stampo televisivo, che abbandona sempre più la
Titolo originale: id
Interpreti: Angelina Jolie, Liev Shreiber, Chiwetel Ejiofor, Daniel Olbrychski, August Diehl
Distribuzione: Sony
Durata: 100'
Origine: USA, 2010