"Ti presento un amico", di Carlo Vanzina

raoul bova costernato in ti presento un amico di carlo e enrico vanzinaI Vanzina ormai filmano vicende per il puro gusto del racconto, e questo basta a renderli definitivamente alieni e gloriosamente sorpassati nel panorama italico. L’incrocio con Raoul Bova, il volto più programmaticamente rassicurante/edificante del nostro cinema, crea sacche di sospensione critica ma dà al contempo vita al motore trainante del film: la perfezione del meccanismo a incastro della commedia sentimentale in stile oltreoceanico ‘classico’, irresistibile come lo charme letale del fulmineo Bova, costantemente minata dalle derive incontrollabili dei toni farseschi

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raoul bova costernato in ti presento un amico di carlo e enrico vanzinaL’ottimismo decisamente fuorimoda che le storie di Enrico e Carlo Vanzina caparbiamente irradiano da un po’ di tempo a questa parte (diremmo da Un’estate al mare in poi, per circoscrivere – ma ancora una volta non si può non passare da Un ciclone in famiglia) non è un’annotazione sociale, e ha una ragione politica più che una valenza tale. Senza dubbio, si tratta prevalentemente di un ottimismo cinefilo/cinematografico. I Vanzina ormai filmano vicende per il puro gusto del racconto, e questo basta a renderli definitivamente alieni e gloriosamente sorpassati nel panorama italico.
L’incrocio con il volto più programmaticamente rassicurante/edificante del nostro cinema, ovvero il Raoul Bova modello di rettitudine di Sbirri e Scusa ma ti voglio sposare, crea sacche di sospensione critica (si parla di crisi economica e licenziamenti come fossero solo gli ennesimi intoppi di una scintillante commedia degli equivoci) ma dà al contempo vita al motore trainante del film: la perfezione del meccanismo a incastro della commedia sentimentale in stile oltreoceanico ‘classico’, irresistibile come lo charme letale del fulmineo Bova, costantemente minata dalle derive incontrollabili dei toni farseschi che inceppano il moto perpetuo del ritmo con gli ingolfamenti di una gag triviale, di un personaggio grottesco con forte accento dialettale (il tassista napoletano, il fidanzato barese cornuto di Martina Stella, aggiungiamoci anche la parlata nazista del direttore d’azienda tedesco…), di un capitombolo o di una botta in testa.
Le folli notti del dottor Bova sono costruite per farlo impazzire in giro per appartamenti, farmacie e musei per tenere a bada le tre pretendenti che gli sono saltate addosso non appena è tornato a Milano (una giornalista, una collega di lavoro, una gallerista), ma le sopraffine piroette dello schema oliato – che pare un nuovo remake, stavolta venuto bene, di Tre soldi nella fontana di Negulesco, però senza sortilegi – finiscono puntualmente impedite da fuoriuscite di commedia all’italiana che paiono intrusi come gli abitanti di Cartoonia nella Hollywood di Chi ha incastrato Roger Rabbit?
L’unica soluzione è riscappare a Londra (South Kensington…), anche se disoccupati, e incontrare per caso in un parco un’attrice del cast di Maschi contro Femmine (Brizzi è la risposta…), quella Sarah Felderbaum che il manager Bova proprio non è riuscito a licenziare, pur avendo ricevuto una lista di ‘epurazioni’ da effettuare, con il nome della ragazza in cima all’elenco. Ti presento un amico ricorda il sublime girare a vuoto di quella vertiginosa sequenza in Giallo di Argento in cui la protagonista cerca di fuggire dal gazometro-scannatoio in cui il maniaco la tiene rinchiusa per torturarla, e la mdp di Argento si avviluppa a spirale confondendo gli occhi e le traiettorie del personaggio, che infatti non riesce più a trovare la via d’uscita.
Non essere dalla parte dei Vanzina è come maledire Argento per Giallo perché il killer si chiama Giallo per via dell’itterizia. Non è un Cinema senza Idee: è un’Idea di Cinema, messa in scena in quanto tale, per guardarla evaporare.

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Regia: Carlo Vanzina
Interpreti: Raoul Bova, Barbora Bobulova, Martina Stella, Kelly Reilly, Stefano Dionisi,Sarah Felberbaum, Carlo Gabardini, Paolo Calabresi, Teco Celio, Alessandro Bolide, Fabio Ferri

Distribuzione: Italia, 2010
Durata: 90'
Origine: Italia, 2010

 

 

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