"Tre all'improvviso", di Greg Berlanti

Tre all'improvviso parte come la classica commedia romantica, rispettando tutti gli elementi narrativi tipici del genere, ma prova ad aggiungere nel mix qualcosa di nuovo (che però sa di già visto) con la presenza della bambina. Se le buone intenzioni ci sono tutte, Greg Berlanti, però, non riesce pienamente a gestire la situazione, impegnato su troppi fronti contemporaneamente. Il risultato di tale conflitto è una commedia solo a tratti godibile, ma che alla fine risulta zuccherosa e un tantino indigesta

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Katherine Heigl e Josh Duhamel in Tre all'improvviso (Life as we know it) di Greg BerlantiKatherine Heigl ci prova ancora. Dopo 27 volte in bianco e La dura verità, l'attrice torna sul grande schermo con una nuova commedia romantica, tentando di affermarsi come novella fidanzatina d'America. In Tre all'improvviso (Life as We Know It in originale), la Heigl interpreta Holly, pedante perfezionista con il sogno di aprire un ristorante tutto suo, a cui si oppone Messer (Josh Duhamel), sciupafemmine patentato che pensa solo a donne, motori e sport: tra i due è odio a prima vista, come nella miglior tradizione del genere. Quando i loro migliori amici muoiono in un incidente stradale, i due si trovano a doversi reciprocamente sopportare per il bene della piccola Sophie, a loro lasciata in affidamento nel testamento. Inutile dire che, grazie alla bimbetta, l'odio si trasformerà presto in amore, con tutte le sue complicazioni.
Tre all'improvviso, quindi, parte come la classica commedia romantica, rispettando tutti gli elementi narrativi tipici del genere, ma prova ad aggiungere nel mix qualcosa di nuovo (che però sa di già visto) con la presenza della bambina. Se le buone intenzioni ci sono tutte, Greg Berlanti (meglio noto come sceneggiatore di serie TV come Dawson's Creek, Everwood e Brothers & Sisters), però, non riesce pienamente a gestire la situazione, impegnato su troppi fronti contemporaneamente. Da una parte, il film dovrebbe essere un veicolo per la protagonista, che mescola una comicità spesso fisica a una dolcezza e (finta) ingenuità in stile Meg Ryan, ma, invece, emerge con più forza il personaggio di Messer, anche grazie a una certa autoironia. A rubare veramente la scena, però, è la bambina, a cui il regista dedica ampio spazio e accattivanti primi piani: quando c'è lei in scena, i due genitori quasi scompaiono, relegati ai margini, trasformati improvvisamente nei suoi co-protagonisti. Dall'altra, Berlanti tenta di bilanciare situazioni comiche ad altre più propriamente drammatiche, rimanendo intrappolato tra le intenzioni della sceneggiatura e la sua poetica dei buoni sentimenti. Gli sceneggiatori puntano tutto sulla comicità, anche attraverso una serie di personaggi secondari altamente stereotipati (la coppia di genitori gay, la vicina amante del gossip, l'assistente sociale dalla lacrima facile), invadente coro alle peripezie dei protagonisti. Il regista, invece, non riesce ad abbracciare pienamente questo aspetto, virando su momenti più romantici in senso stretto e, soprattutto, su situazioni drammatiche, in cui riesce a esprimere al meglio il suo potenziale e a dare voce ai personaggi. Il risultato di tale conflitto è una commedia solo a tratti godibile, ma che alla fine risulta zuccherosa e un tantino indigesta. Come la glassa perfetta che ricopre le tante torte preparate da Holly. 

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Titolo originale: Life as We Know It

Regia: Greg Berlanti

Interpreti: Katherine Heigl, Josh Duhamel, Josh Lucas, Hayes MacArthur, Christina Hendricks
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 112’
Origine: USA, 2010

 

 

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