"RCL – Ridotte capacità lavorative", di Massimiliano Carboni

ridotte capacità lavorative
Paolo Rossi a Pomigliano D'Arco in cerca di un'idea per un film. Raccontare il dramma degli operai in cassa integrazione, lo stravolgimento della civiltà rurale e le conseguenze della globalizzazione: serve un mix di surrealismo sociale e vena dissacratoria alla Michael Moore. Riuscitissimo documentario di Paolo Carboni, presentato a Torino nella sezione "Festa mobile"

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ridotte capacità lavorativePomigliano D’Arco, ex-borgo rurale di 30.000 abitanti alle porte di Napoli. Una piazza centrale e uno stabilimento Fiat che ne ha stravolto la vocazione contadina e suggestionato la toponomastica. Parco Piemonte, Via Po, Via Alfa.
Di Pomigliano e della Fiat si è molto parlato quest’estate. L’estenuante trattativa,che vincola il mantenimento di migliaia di posti di lavoro alla rinuncia di diritti conquistati in anni di battaglie sindacali è stata per mesi sulle prime pagine dei giornali. Com’è successo in altre zone d’Italia, l’industria che dagli anni ’60 ha cambiato le abitudini e la vita di questo piccolo paese potrebbe andare via. In Polonia, in Serbia, dove manodopera e sindacati danno meno problemi.
Massimiliano Carboni realizza Ridotte capacità lavorative da un’idea dell’autore napoletano Alessandro Di Rienzo. Per fare un film sulla classe operaia e sui drammi della globalizzazione ci vuole qualcuno che vada oltre lo stile dell’inchiesta giornalistica, pur partendo dalle stesse basi. Qualcuno che, come ha insegnato Michael Moore, entri nella case delle persone e ne racconti la vita e le lotte. Cercando continuamente un equilibrio tra sdegno e ironia dissacrante. Quel qualcuno ha il volto e le movenze cabarettistiche di Paolo Rossi, che arriva nel centro campano con una piccola troupe a cercare “un’idea per il film su Pomigliano” da proporre ai produttori.
Dopo aver parlato con il sindaco, con alcuni operai in cassa integrazione, con i sindacalisti, Rossi ha l’idea giusta. Serve Shakira che atterra con un astronave nella piazza del Municipio direttamente dal Pianeta Lapo. La segue Nino D’Angelo vestito da Karl Marx. Sulle note dei neomelodici napoletani salveranno la classe operaia.
Il “surrealismo sociale” di Paolo Rossi, unito all’impronta dissacratoria mooriana, funziona bene. E riesce a raccontare in modo asciutto quel che resta di una delle poche roccaforti operaie del Sud Italia. Privo di arroganza ideologica e di frenesia cronachistica, Rcl è un ottimo documentario che sa usare e mischiare sapientemente elementi di satira e di finzione. Quel che è più importante è che, nonostante la gradevolezza e la leggerezza della forma, va dritto al suo obiettivo e riesce, come pochi finora ( comprese molte trasmissioni giornalistiche ), a puntare il dito contro la Fiat e i suoi vertici. In poco più di un'ora e con poche battute Carboni, Rossi & co. raccontano in modo efficace e sarcastico le tattiche e le manovre della più grande industria italiana e lo strapotere della famiglia Agnelli. E il fatto che il film sia stato presentato proprio a Torino, feudo indiscusso della dinastia, è significativamente beffardo.
Paolo Rossi è perfetto. Peccato che la produzione non sia riuscita ad accontentarlo e a contattare Shakira.

 

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Regia: Alessandro Carboni
Interpreti: Paolo Rossi, Emanuele Dell'Aquila, Alessandro Di Rienzo
Distribuzione: Iris Film Distribution
Durata: 72'

Origine: Italia 2010
 

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