Non c’è nulla da fare, Ramona proprio non riesce a tenersi lontano dai guai. Anche se, al contrario di quanto va dicendo la sorella adolescente, l’adorabile Beezus che ha il volto della Selena Gomez lanciata da Disney Channel, sostiene di non essere una peste, ma solo di aver avuto in dotazione un eccesso di immaginazione. Elizabeth Allen prende in prestito i personaggi creati dalla scrittrice americana Beverly Cleary e, con un balzo in avanti nel tempo, porta la famiglia Quimby nel nuovo millennio, nell’America della crisi economica. Ramona ha nove anni e un gusto spiccato – in verità non sempre apprezzato da tutti – per re-inventare la realtà, anche quando bisogna aiutare un papà senza più lavoro. Sperimentare il mondo attraverso gli occhi di chi non è ancora giunto all’età adulta, una prospettiva che la Allen non abbandona nenche per un istante, vuol dire prima di tutto sentirlo senza freni e senza regole. E con Ramona ecco dunque irrompere lo straordinario. Tutto in Ramona e Beezus è contagiato dall’esuberanza della piccola protagonista, non si tratta solo di quei vezzi alla Gondry dei quali Elizabeth Allen si serve per dare vita ai mondi paralleli, ritagliati nel cortile di casa, dove si librano le gustose fughe visionarie di una bambina impegnata nella quotidiana e spesso strampalata ridefinizione del proprio posto nella materia magmatica del mondo-famiglia. In questa classica fiaba di formazione che si scaglia contro l’omologazione dell’immaginario nel quale sono intrappolati i bambini, lo straordinario è lo stato permamente dell’esistenza e di ogni sentimento. E’ lo sgangherato balletto messo in scena da una bambina fermamente decisa a salvare la famiglia dalla bancarotta e, a differenza di tutte le altre indistinguibili aspiranti principesse, armata di un diadema di arbusti che le si appicicano ai capelli. O, ancora, sono le intermittenze del cuore della zia Bea, nella inaspettata e magnifica deriva romantica del film che la vede duettare con Josh Duhamel. Ma fare i conti con la propria diversità non è sempre così facile, perchè “chi colora fuori dai margini”, chi vive fino in fondo le proprie emozioni è spesso destinato al fraintendimento, almeno lo crede Beezus che sceglie di non dire ad Henry quello che prova per lui e continua a prendersela con la sorella minore. Senza poi contare che, oltre al quotidiano contronto con le schermaglie affettive che si consumano tra le mura domestiche, bisogna venire a patti anche con gli scherzi che riserva la vita, piccoli o grandi non importa, tutto dipende dalla prospettiva dalla quale li si osserva, e che sembrano far scricchiolare gli equilibri che regolano il preziosissimo microcosmo famigliare. La famiglia raccontata dalla Allen è,  proprio come la nuova stanza di Ramona, un luogo rassicurante e magico, misterioso e pauroso, tanto più se visto attraverso uno sguardo che rende “le parti divertenti della vita ancora più divertenti e quelle spaventose ancora più spaventose”.