"In viaggio con una rockstar", di Nicholas Stoller


In viaggio con una rockstar
è lo spin-off del bellissimo Non mi scaricare, che quattro anni fa si fece segnalare come una delle commedie più significative dello stile di Judd Apatow. Qui, Jonah Hill rappresenta in modo radicale l'impaccio di un trentenne mortificato dall'inedito pragmatismo femminile; Russell Brand ripropone il suo idolo sfiorito del rock. Presi singolarmente, i due personaggi funzionano: è il team up che fallisce. I due non si contaminano come nello splendido Funny People

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In viaggio con una rockstar è lo spin-off del bellissimo Non mi scaricare, che quattro anni fa si segnalò come una delle commedie più significative dello stile di Judd Apatow. Questa volta, Jason Segel non ripresenta il suo personaggio di adulto inconcludente, irrisolto e dal cuore infranto, che il genere aveva tradizionalmente associato alla donna. Se possibile, il film di Nicholas Stoller ripropone questo rovesciamento dei ruoli in maniera ancora più radicale. In una conversazione, Jonah Hill rimprovera alla sua fidanzata di farlo sentire come una casalinga degli anni cinquanta. Poco prima aveva tentato di resistere al ricatto della passera, cui cui la ragazza lo aveva convinto a desistere dall'idea di andare ad un concerto rock. Il suo bluff virile è quello di dire: se non andiamo al concerto, puoi dimenticartelo! L'indifferenza della giovane davanti alla minaccia conferma cone le commedie di Judd Apatow insistano su una generazione di trentenni che non riesce ad essere pienamente responsabile delle proprie relazioni e dei propri desideri. Per quelli come Jonah Hill o Seth Rogen, un'arma fondante dell'ideologia hollywoodiana come il ricatto dell'uccello non funziona più. Tuttavia, la regressione ad una solidarietà virile proposta da In viaggio con una rockstar non è efficace come I Love You, Man e non ha la stessa profondità emotiva di Non mi scaricare. Forse, il suo problema è quello di essere troppo lungo, con la conseguenza di disperdere il suo ritmo. Oppure, si concede troppe digressioni sul terreno della commedia demenziale, senza che né Puff Daddy né Colm Meaney possano permettersene la responsabilità. Più probabilmente, ad essere sbagliato è proprio il team-up tra Jonah Hill e Russell Brand, per quanto a prima vista appaia troppo scombinato per fallire. Il loro viaggio non è divertente e umano come quello di Parto col folle di Todd Phillips: presi singolarmente, i due personaggi funzionano e i loro sviluppi individuali hanno tutte le caratteristiche di una buona storia di formazione. Le complicazioni nascono quando la loro maturazione dovrebbe invadere l'esistenza dell'altro: la falsariga del rapporto tra Seth Rogen ed Adam Sandler in Funny People non può che essere un ricordo. Resta da capire se Russell Brand si sia ispirato alla parabola di Steven Tyler: da icona del rock, la voce storica degli Aerosmith ha celebrato la sua disintossicazione con la partecipazione all'ultima edizione di American Idol. Certamente, i video delle canzoni del suo Aldous Snow sono tra le cose migliori del film…

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Titolo originale: Get Him to the Greek
Regia: Nicholas Stoller
Interpreti: Jonah Hill, Russell Brand, Rose Byrne, Kristen Bell, Christina Aguilera, Pink
Distribuzione: Universal
Durata: 109'
Origine: USA, 2010

 

 

 

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