Poster di L'Apollonide e Sleeping Beauty, case di piacere a Cannes 64
Un affresco su un bordello parigino dei primi del 20° secolo, con al centro una bellissima prostituta sfigurata (Adèle Haenel) e una fiaba inquietante con Emily Browning (Sucker Punch) nei panni di una studentessa rinchiusa – di sua spontanea volontà – in una "casa delle belle addormentate"
Un affresco su un bordello parigino dei primi del 20° secolo, con al centro una bellissima prostituta sfigurata (Adèle Haenel) e una fiaba inquietante con Emily Browning (Sucker Punch) nei panni di una studentessa rinchiusa – di sua spontanea volontà – in una "casa delle belle addormentate" dove i clienti possono soddisfare le loro fantasie sessuali mentre giovani ragazze narcotizzate dormono profondamente.
Sono due dei film in concorso a Cannes 64, L'Apollonide (Souvenirs de la maison close) (info e foto) del francese Bertrand Bonello, sofisticato autore di Tiresia, De la guerre e Le Pornographe, e Sleeping Beauty (info, foto e trailer) della scrittrice australiana Julia Leigh, qui al suo esordio come regista.
Per Bonello un cast tutto al femminile in cui spiccano accanto alla Haenel (l'esordio nei panni della giovane autistica di Les diables di Christophe Ruggia, poi protagonista del bel Naissance des pieuvres) la rivelazione di Cous Cous Hafsia Herzi (presente sulla Croisette anche con un altro film in concorso, La source des femmes di Radu Mihaileanu ) Céline Sallette (Alibi e sospetti, Hereafter) l'italiana Jasmine Trinca (La stanza del figlio, La meglio gioventù, Il caimano, Il grande sogno) affiancate da Noémie Lvovsky (Actrices, Bus Palladium) nei panni della maitresse.
Julia Leigh, protetta di Jane Campion (che sulla Croisette conquistò la Palma d'oro per Lezioni di Piano) presenta a Cannes l'unico film australiano in concorso. Sleeping Beauty si presenta come un oggetto piuttosto misterioso.
"Io non amo retroscena e spiegazioni psicologiche legate a qualche evento del passato" diceva nel 2008, quando già figurava nella lista di 25 nuovi volti da tenere d'occhio stilata da Filmaker Magazine. "Invece, mi piace la sensazine di qualcosa di sommerso, dell'idea che un personaggio sullo schermo sia la "punta dell'iceberg" di qualcosa di latente e affascinante.".