VENEZIA 68 – "E' il virus il protagonista invisibile del mio film". Incontro con Steven Soderbergh e il cast di Contagion


Affollata conferenza stampa per Steven Soderbergh e il nutrito cast del suo Contagion, presentato in Fuori Concorso a Venezia 68. A presentare il film catastrofico (incentrato su un misterioso virus che mette in pericolo la vita di milioni di persone in ogni latitudine) erano presenti oltre al regista: lo sceneggiatore Scott Burns e gli attori Matt Damon, Lawrence Fishburne e Gwyneth Paltrow

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Steven SoderberghAffollata conferenza stampa per Steven Soderbergh e il nutrito cast del suo Contagion, presentatp in Fuori Concorso a Venezia 68. A presentare il film catastrofico (incentrato su un misterioso virus che mette in pericolo la vita di milioni di persone in ogni latitudine) erano presenti oltre al regista: lo scenggiatore Scott Burns e gli attori Matt Damon, Lawrence Fishburne e Gwyneth Paltrow.

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Si è posto il problema di quanto essere realistico con un tema del genere? Come avete agito in proposito?

Soderbergh: Beh, quando Scott Burns mi propose l'idea era chiaro sin da subito che il tutto dovesse accurato e realistico. Altrimenti non avremmo ben servito il genere su cui abbiamo deciso di inserirci. Abbiamo subito avuto la senzazione che la parte scientifica non dovesse essere secondaria, anzi la ricerca della plausibilità è stata una spinta primaria. 

  

Una curiosità: fareste vedere ai vostri figli un film così inquietante sul nostro presente? E poi questo film ha cambiato le vostre abitudini? Vi ha condizionato ad essere più sospettosi del contatto?

Paltrow: beh…ai miei figli non faccio vedere nemmeno il maialino Babe, quindi no, di sicuro non farò vedere questo film.

Fishburne: diciamo che mi lavo le mani come le lavavo prima e faccio le stesse cose di sempre, ma pensare e riflettere su queste cose è un obbligo che tutti dovrebbero avere.

 

In genere la storia ci ha insegnato che in eventi catastrofici le persone tendono ad unirsi, come recentemente in USA per l'uragano Catrina, perchè invece in questo film avete avuto un'approccio così pessimista per i rapporti umani?

Paltrow: diciamo che questa è una situazione un po' differente: Catrina o altri disastri naturali mettevano l'uomo nella condizione di aiutare senza rischiare la propria vita, l'evento culminante era terminato. Qui ci troviamo di fronte ad un virus pericoloso e l'istinto di sopravvivenza ha la meglio. In questa situazione non si può veramente aiutare se non si accetta di morire, ed è difficile che accada.

 

Cosa ha ispirato il film?

Burns: indubbiamente la pandemia della Sars qualche anno fa è stata una evidente fonte di ispirazione. Ma poi abbiamo proceduto a farci domande, e quesito dopo quesito il film è venuto fuori da sè

  

Signor Soderbergh questo film potrebbe anche essere visto come una metafora degli ultimi crolli finanziari? E poi: è vero che smetterà di fare film dopo il suo prossimo progetto?

Soderbergh: no, no, niente metafore nascoste vi prego. Volevo solo fare un film su un virus, niente di più. E mi piace che il protagonista del mio film sia proprio il virus, un protagonosta invisibile che non entra mai in scena. In realtà farò due progetti dopo questo e poi non mi ritirerò, diciamo che mi prenderò una pausa di un anno o più. Ninte di così importante, vi assicuro.

 

In questo film i personaggi sono poco caratterizzati psicologicamente, come gli avete affrontati? Lei di solito è un eroe molto sicuro di se mister Damon, qui invece pecca di insicurezza cronica. E lei signora Paltrow pensa che il suo personaggio muoia per prima per via dell'adulterio commesso a inizio film?

Paltrow: in verità se l'adulterio dovesse sempre essere sempre punito da un terribile virus penso che pochissimi sopravviverebbero in qualsiasi parte del mondo. Io non giudico il mio personaggio, è probabilmente un momento delicato della sua vita e fa quel che crede giusto fare.

Damon: penso che il mio personaggio fa tutto ciò che è sensato fare nei panni di un padre. Ma io, si sa, nella vita reale sono un eroe d'azione e quindi mi son dovuto abituare a questa insicurezza del personaggio (ride). No, sul serio, mi piace lavorare con Steven e Scott perchè trovano sempre le soluzioni giuste a ogni problema. Per esempio la scena in cui apprendo della morte di mia moglie mi ha messo in crisi: come l'avrei affrontata? Dando in escandescenza o tenendomi tutto dentro? Dopo attente discussioni con loro due è venuta fuori come la vedete. 

 

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