VENEZIA 68 – "La troppa libertà può portare ad essere prigionieri". Incontro con Steve McQueen e Michael Fassbender


Interesse e scalpore ha suscitato il film di Steve McQueen Shame, opera seconda dopo il potente e scioccante Hunger. Alla conferenza stampa il regista ha raccontato il progetto insieme al suo attore protagonista Michael Fassbender.

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Interesse e scalpore ha suscitato il film di Steve McQueen Shame, opera seconda dopo il potente e scioccante Hunger. Alla conferenza stampa il regista ha raccontato il progetto insieme al suo attore protagonista Michael Fassbender

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Lei è già stato a Venezia come videoartista. Che cosa si prova nel tornare nel ruolo di regista cinematografico?

In entrambi i casi si tratta di arte e in quanto artista ho il compito di dare spazio alla mia libertà creativa e alla mia visione.

Si è ispirato a qualcuno in particolare per questo personaggio sessuomane… Qualche articolo o qualcuno di sua conoscenza?

No. L'ossessione per il sesso è una delle tanti ossessioni del nostro tempo. Fa parte del tema principale del film che è la compulsione.

Cosa l'ha ispirata per questo progetto?

Shame è l'esatto opposto di Hunger e allo stesso tempo finisce anch'esso a parlare di una prigionia. Lì il protagonista era un uomo in prigione che decide di autodistruggersi, mentre qui il protagonista è in una condizione diametralmente opposta. E' in piena libertà, ma proprio per questa sua condizione di assoluta libertà finisce con il rinchiudersi. Mi piaceva riflettere su come troppa libertà possa finire con il renderci prigionieri.

Oltre alle scene di sesso, c'è nel film una scena in cui il protagonista fa uso di cocaina.

Fassbender: Abbiamo discusso a lungo se inserire o meno la scena. Poi abbiamo deciso di farlo perchè rientrava nella psicologia del personaggio e nella sua malattia compulsiva. Steve voleva fare un film che parlasse delle dipendenze, che sono sempre intrecciate tra di loro.
 

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