VENEZIA 68 – “Pivano blues – Sulla strada di Nanda”, di Teresa Marchesi (Controcampo italiano)


Teresa Marchesi ha realizzato un film omaggio alla memoria di Fernanda Pivano. Un lavoro in cui hanno contato l’affetto e il cuore, ma che non ci sarebbe stato senza l’anima della Pivano, mentore e testimone di un’epoca di trasformazioni. Dall’amicizia con Cesare Pavese ai giorni nostri, la Pivano ha condotto per mano un pezzo della storia della cultura a cavallo tra il vecchio e il nuovo continente, tra il vecchio e il nuovo mondo

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Pivano blues - Sulla strada di Nanda“Veste la rappresentazione dei nostri simboli”, queste parole di Luciano Ligabue, sintetizzano quella che è stata la figura intellettuale, umana e politica di Fernanda Pivano. Donna modernissima e anche un po’ demodé – di buona famiglia come dice uno degli intervistati nel film – che ha abbracciato e condotto per mano un pezzo della storia della cultura a cavallo tra il vecchio e il nuovo continente, tra il vecchio e il nuovo mondo. Fernanda Pivano, mentore e testimone di un’epoca di trasformazioni, non ci ha raccontato soltanto la letteratura americana, ma ha contribuito in modo determinante a trasmettere i sentimenti autentici che animavano quegli scrittori e quegli intellettuali. A questa originale e unica figura del nostro panorama culturale, Teresa Marchesi, già autrice di Effedià – Sulla mia cattiva strada, un lavoro su Fabrizio De Andrè, che ovviamente torna decisivamente in questo nuovo lavoro per l’antica amicizia che lo legava alla “Nanda”, ha realizzato, un film omaggio, nella selezione veneziana del Controcampo italiano.

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Un film che tradisce l’affetto e la stima dell’autrice, ma che non ci sarebbe stato senza l’anima della Pivano.

Sfilano sullo schermo le immagini di una vita e tra queste alcuni rari materiali di repertorio scovati con pazienzaPivano blues - Sulla strada di Nanda dall’autrice: la voce di Hemingway che al telefono chiacchiera con la Pivano, oppure in un vecchio e dimenticato filmato vedere Julian Beck e Allen Ginsberg cantare e suonare su un palco o, ancora, Jack Kerouac, completamente ubriaco, dichiarare davanti ai microfoni RAI che tra i suoi ispiratori letterari non ci sono Dante, Leopardi o Petrarca. Pivano blues – Sulla strada di Nanda, restituisce, in questi squarci di passato, il senso della vita della protagonista, la misura del suo lavoro e l’arco temporale che ha abbracciato. Grazie all’amicizia e alla complicità con Cesare Pavese in tempi difficili, ha potuto portare a termine e vedere pubblicata la sua traduzione di Antologia di Spoon River. Oggi quella stessa amicizia e stima è stata ribadita da numerosi artisti contemporanei italiani e stranieri che nel film e in sala hanno testimoniato il valore del suo insegnamento: da Patty Smith  a Ligabue, da Piero Pelù a Renzulli con cui ha curato le musiche dei film, da Dori Grezzi a Lou Reed e poi ancora Vasco Rossi, Ricky Gianco e Francesco Guccini.

Profonda complicità anche con l’Hemingway di Addio alle armi che la l’hanno vista testimone – come lei stessa racconta – della meticolosità di scrittura dello scrittore americano che lo induceva a distruggere una intera pagina di manoscritto se una sola parola non gli sembrava adatta al resto del testo.

La Marchesi mette in scena se stessa nelle molteplici occasioni di incontro con la Pivano, partecipando al clima festoso che il soggetto della sua indagine era capace di creare attorno a sé. Tutti frammenti che diventano tasselli di una storia molto più intensa, molto più ricca e che il film tratteggia attraverso le numerose testimonianze. Il film diventa quindi un documento che antologizza il passato rendendolo contemporaneo attraverso le parole della Pivano che non si stancava di riaffermare i valori di libertà e di pace che avevano mosso le migliori menti di quelle generazioni di scrittori e le cui vite erano entrate a fare parte della sua.

Arricchiscono il lavoro della Marchesi i disegni animati di Ursula Ferrara che con una essenziale funzione di raccordo o pausa narrativa ne smorzano positivamente la tensione introducendo, attraverso il variopinto segno grafico, una possibile sintesi visiva delle emozioni.

Pivano blues - Sulla strada di NandaSoffermarsi sulla vicenda umana e culturale di Fernanda Pivano, Nanda per i suoi amici, è un atto doveroso e indispensabile, dopo le prese di distanze della cultura ufficiale e l’esibito snobismo degli accademici nei confronti di questa singolare intellettuale. Una donna che ha sempre difeso la libertà espressiva e prova ne sia il carteggio, di cui il film con la giusta ironia riferisce, tra la stessa Pivano, Vittorini e l’ufficio legale della Mondadori negli anni ‘60 durante le fasi di traduzione delle poesie di Ginsberg. I legali, con minuziosa indicazione, chiedevano la sostituzione nella traduzione di parole ritenute oscene con altre meno impegnative o, peggio, la cancellazione di interi versi. La battaglia della Pivano durò sei anni, poi finalmente il libro, con il titolo Jukebox all’idrogeno, vide la luce, alcuni puntini restarono a coprire le presunte oscenità, ma nessun verso fu cancellato. Una vittoria della Pivano che molte altre ne può celebrare soltanto guardando negli scaffali delle nostre librerie di casa che sono il segno del suo passaggio e del suo insegnamento.

 

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