“Solo per vendetta”, di Roger Donaldson

solo per vendetta di roger donaldson
Thriller d’azione solidissimo, Solo per vendetta è un saggio sul potere mistificatorio delle immagini e la loro mercificazione, nonché un apologo morale sulla vendetta che va ad affiancarsi al lucido capolavoro di Felix Gary Gray Giustizia privata. Il miglior film di Roger Donaldson insieme a La regola del sospetto e uno degli apici dell’operatore David Tattersall, con un Nicolas Cage che continua ad aggirarsi per New Orleans con lo sguardo torvo e la postura sbilenca del cattivo tenente herzoghiano

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solo per vendetta di roger donaldsonIl titolo originale (Seeking Justice) sembra una dichiarazione di poetica bronsoniana. E anche quello italiano (Solo per vendetta) non è certo da meno. Ma è lampante fin dalla prima inquadratura come Donaldson e lo sceneggiatore Robert Tannen se ne servano per distogliere l’attenzione dalla vera sostanza del film, a tutt’oggi il migliore del regista australiano insieme a La regola del sospetto: un saggio sotto forma di thriller d’azione solidissimo sul potere mistificatorio delle immagini e la loro mercificazione, nonché un apologo morale sulla vendetta che va ad affiancarsi al lucido capolavoro di Felix Gary Gray Giustizia privata.
Will Gerard, interpretato da un Nicolas Cage che continua ad aggirarsi per New Orleans con lo sguardo torvo e la postura sbilenca di un Klaus Kinski, è un insegnante di liceo la cui vita viene sconvolta da una storia di violenza che lo costringerà a fare i conti con la propria natura. Donaldson riprende il discorso da dove Gray l’aveva interrotto: la giustizia non è altro che violenza legalizzata e monopolizzata nello stato di diritto, una maschera che permette a burocrati e cittadini di praticarla senza macchiarsi la coscienza. Quegli stessi burocrati e cittadini che da una parte manipolano e dall’altra subiscono la potenza affabulatrice delle immagini: quando il pentito dell’organizzazione segreta si confessa davanti alla videocamera del giornalista, egli potrà rivelare solo una parte di verità, sia perché di fronte a una macchina da presa, che non è mai oggettiva, sia perché di fronte a un altro essere umano, che oggettivo non lo è di natura (specie se giornalista…); e questa mezza verità, ripresa a sua volta da Will con un cellulare, fungerà da merce di scambio per ottenere il video (altre immagini, altre mezze verità) che prova la sua innocenza nell’omicidio dello stesso giornalista; faccenda che verrà poi messa a tacere dalle bugie raccontate da un poliziotto a un telegiornale. Una stratificazione visiva il cui senso si perde già al secondo o terzo passaggio da un’immagine all’altra, lasciandone trasparire solamente il valore economico.
Con un pugno di sequenze capolavoro (l’inseguimento notturno, l’incontro nel Superdome e la resa dei conti nel centro commerciale abbandonato), Solo per vendetta è anche uno degli apici di David Tattersall, fido operatore di Lee Tamahori, George Lucas e Frank Darabont, oltre che dei fratelli Wachowski (Speed Racer), Martin Campbell (Vertical Limit) e Simon West (Con Air).
Dopo La 25a ora, Tobey Maguire dimostra ancora una volta di avere occhio come produttore.

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Titolo originale: Seeking Justice
Regia: Roger Donaldson
Interpreti: Nicolas Cage, January Jones, Guy Pearce, Jennifer Carpenter
Origine: USA, 2011
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 102'

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