"Sex and Zen 3D", di Sun Lap Key

 Un’epopea tanto bizzarra quanto romantica di due amanti divisi dalle pulsioni e tenuti legati, seppur a distanza, dai sentimenti: ciò che stupisce, una volta di più, è la struttura narrativa. Un calderone di generi ben amalgamati, dalla commedia al dramma con forti spruzzate di wuxia, supportati da una fantasia creativa sconcertante. Spogliarsi dal desiderio, riuscire a privarsi dello stesso, è la ricetta per un amore senza fine

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Primo film erotico in 3D. Sex and Zen 3D (remake dell’omonimo film del 1991 di Michael Mak) può fregiarsi di un titolo che probabilmente gli permetterà di iscriversi negli annali di storia della settima arte. Una presentazione altisonante, un fardello pesante da portare. A Hong Kong il film è già un cult, ha scavalcato le gesta dei Na’vi in quel di Pandora, diventando un successo stratosferico.
E, se di realizzazione tecnica si vuol parlare, la pellicola è ineccepibile. Fotografia luminosa, profondità d’immagine incredibile e colori tanto nitidi da pensare di poterli davvero toccare con mano. Più una serie di divententi e mai superflui artifici spettacolari che rendono il 3D una manna per lo spettatore. Raramente è capitato, in questi tre anni da Avatar, di inforcare gli occhialetti e godersi uno spettacolo visivo che davvero giustificasse l’esoso esborso di denaro.
Le considerazioni però vanno oltre, devono. Chi pensa, leggendo la denominazione erotico, di trovarsi di fronte un Tinto Brass orientale o un epigono della leggendaria saga di Emmanuelle in salsa agrodolce rimarrà quantomeno sbigottito. La pellicola di Sun Lap Key è estrema ma per motivi diversi da quelli che è lecito aspettarsi. La tematica sessuale è più presente a livello ideologico che pratico. Dopo un primo quarto d’ora di scene di sesso (goffe e molto edulcorate), la storia ci porta altrove. A conti fatti è un’epopea tanto bizzarra quanto romantica di due amanti divisi dalle pulsioni e tenuti legati, seppur a distanza, dai sentimenti. C’è nudità, sì, ma non è predominante. E un campionario di battute di bassa lega pregne di una comicità marcatamente caricaturale, tipica del cinema asiatico.   

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Ciò che stupisce, una volta di più, è la struttura narrativa. Un calderone di generi ben amalgamati, dalla commedia al dramma con forti spruzzate di wuxia, supportati da una fantasia creativa sconcertante. Un campionario di personaggi e situazioni "esplicite" inarrivabili, dal monumento in pietra a forma di fallo al transessuale con un organo maschile lungo come un boa che può manovrare a suo piacimento.
Se si pensa che il film si ispira al classico della letteratura erotica cinese Il tappeto da preghiera di carne, datato 1661 e attribuito al drammaturgo Li Yu, è inevitabile rimanere ammirati.
Il film è stato censurato in Cina. Stesso trattamento, curiosamente, ricevuto dalla fonte da cui è tratto, ambientata durante la dinastia Yuan e considerata pericolosa per la morale dai Qing.
Alla fine della giostra, resta la perplessità ideologica di un finale che lascia lo spettatore con in testa una morale tutta nuova. Freud riteneva che la maggior parte delle azioni umane siano dettate da pulsioni sessuali. O.W. Grant, nel fantastico Interstate 60, sosteneva che il mondo assumesse tutta un’altra prospettiva se liberati da quel chiodo fisso. Sex and Zen 3D arriva ad una conclusione molto simile. Andando oltre. Spogliarsi dal desiderio, riuscire a privarsi dello stesso, è la ricetta per un amore senza fine.

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Titolo originale: 3D rou pu tuan zhi ji le bao jian
Regia: Sun Lap Key
Interpreti: Saori Hara, Hiro, Hayama, Leni Lan, Tony Ho, Vonnie Lui
Origine: Hong Kong 2011
Distribuzione: Lucky Red
Durata: 110'

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