"L'amore fa male", di Mirca Viola

l'amore fa male
L'amore fa male
. Titolo lapidario, quasi da canzone anni '60, un teorema che si tenta di spiegare nel corso del film attraverso le intricate vicende dei personaggi. Ma l'opera prima di Mirca Viola si perde in un eccesso di temi, personaggi, storie parallele così come a tratti è eccessiva e caricata l'interpretazione di alcuni degli attori, tra cui, però, spicca positivamente Nicole Grimaudo, l'unica che sembra veramente vivere il suo personaggio

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L'amore fa malePer il suo debutto dietro la macchina da presa, Mirca Viola ha puntato su una storia corale, d'amicizia femminile e struggimenti amorosi spesso auto-inflitti. Germana (Stefania Rocca) è un'aspirante attrice dal poco talento e ancor meno fortuna, una madre un po' sconsiderata e l'amante di un ricco avvocato (Claudio Bigagli), che la mantiene. Elisabetta (Nicole Grimaudo), la sua vicina di casa, è, invece, una dottoressa di successo, troppo chiusa nei sui schemi per accorgersi che il marito è gay finché non rimane sola, con tante domande. Quando Gianmarco (Paolo Briguglia), padre di famiglia in crisi lavorativa, salva la figlia di Germana da un incidente, tra i due scocca la scintilla. Peccato che lei non sappia che lui è sposato e che è amico di Elisabetta. Il destino ci mette lo zampino quando, durante una vacanza in Sicilia, si ritrovano tutti insieme, costringendoli a confrontarsi con i loro errori.

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L'amore fa male. Titolo lapidario, quasi da canzone anni '60, un teorema che si tenta di spiegare nel corso del film attraverso le intricate vicende dei personaggi. Ognuno di loro presenta una dimostrazione pratica dell'assunto iniziale: c'è chi tradisce e chi, invece, è tradito dal proprio compagno o dall'amore stesso. Dimostrazioni che trovano una risoluzione finale nella seconda parte del film, ma che, al tempo stesso, sembrano quasi smentire se stesse di volta in volta. A tenere i fili è la regista, che, però, si perde in un progetto forse ambizioso, mettendo fin troppa carne al fuoco. Ed è così che le storie dei personaggi ne soffrono e ancora più le varie sequenze, tutte strozzate nella fretta di dare spazio ad altro, lasciate appena appena germogliare che subito le si taglia, senza farle respirare a dovere, senza lasciar loro la possibilità di spiegarsi, di (di)mostrare ciò che vogliono dire, in una corsa affannata verso il finale. Una confusione che si rispecchia nell'uso di un'ingombrante voce fuori campo che, di tanto in tanto, fa capolino nella vicenda con delle riflessioni sul tema, affidate, però, non ad una sola istanza narratrice, ma a più voci, quasi a voler rafforzare il teorema, come se non se ne fosse convinti, forse anche per le altre tematiche che fanno irruzione nel film, sabotandolo dall'interno. Un eccesso di temi, personaggi, storie parallele così come a tratti è eccessiva e caricata l'interpretazione di alcuni degli attori, tra cui, però, spicca positivamente Nicole Grimaudo, l'unica che sembra veramente vivere il suo personaggio, dandole una profondità che a molti degli altri manca e convincendoci con un solo sguardo che l'amore fa veramente male, molto più di quanto tutto il resto del film abbia fatto.  

Regia: Mirca Viola

Interpreti: Stefania Rocca, Nicole Grimaudo, Diane Fleri, Stefano Dionisi, Paolo Briguglia

Distribuzione: m2 Pictures
Durata: 100'

Origine: Italia, 2011

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