“Take Me Home Tonight”, di Michael Dowse

take me home tonight
Tutto in una notte. Come un altro American Graffiti, rivisto e rivissuto nel 1988. Perché, se tra le righe si legge il debito al cinema di John Hughes, centro d’irradiazione irrinunciabile, con quella sua capacità di scavare nelle incertezze e nelle malinconie dei personaggi, è senz’altro il film di Lucas l’orizzonte finale di Take Me Home Tonight. Linee d’ombra temute e rimandate, eppur necessarie. Ultimi incontri, ultimi baci, prima che la storia cambi tutto

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take me home tonightMatt Franklin (Topher Grace) è un brillante neolaureato al MIT di Boston. Tornato a Los Angeles, decide di prendersi un po’ di tempo per capire cosa fare della sua vita. Perciò sta a casa dai suoi e tira avanti come commesso di un videonoleggio. Sua sorella gemella, Wendy (Anna Faris), scrive racconti e ha fatto domanda per entrare a Cambridge. Ma, intanto, è legata sentimentalmente con il grande, grosso, ricco e stupido Kyle Masterson, che non vuol saperne di lasciarla partire. Barry Nathan (Dan Fogler), il miglior amico di Matt, non ha mai frequentato il college, ma ora, licenziato dalla concessionaria d’auto per cui lavorava, paga lo scotto di non aver continuato gli studi. Il futuro, insomma, è gravido d’incertezza per i tre. E i nodi sono destinati a venire al pettine alla festa del Labor Day organizzata da Kyle. È lì che Matt sarà costretto a far finalmente i conti con se stesso e il suo amore eterno e segreto, la splendida Tori Frederking (Teresa Palmer).

Tutto in una notte. Come un altro American Graffiti, rivisto e rivissuto nel 1988. Perché, se tra le righe si legge il debito al cinema di John Hughes, centro d’irradiazione irrinunciabile, con quella sua capacità di scavare nelle incertezze e nelle malinconie dei personaggi, è senz’altro il film di Lucas l’orizzonte finale di Take Me Home Tonight. Linee d’ombra temute e rimandate, eppur necessarie. Ultimi incontri, ultimi baci, prima che la storia cambi tutto. E Il personaggio disegnato da Topher Grace (autore anche del soggetto) sembra davvero il figlio di Curt/Richard Dreyfuss, colto negli stessi tormenti, ma a venticinque (o forse quaranta?) anni di distanza. I dubbi sul futuro, la voglia di rispondere solo alla propria vocazione, la fissazione su una donna. L’appuntamento col destino rimandato, fino alla prova centrale della “palla da cavalcare”, ventre della balena in cui mettere alla prova il proprio assurdo coraggio e da cui rinascere (non a caso è in acqua che il percorso si chiude, riparte).

Ma, aldilà dei riferimenti, aldilà della capacità o meno di restituire un’epoca, colta ovviamente per riflesso (la musica, le pettinature), Take Me Home Tonight sembra rispecchiare le incertezze dei suoi protagonisti. Per le tormentate vicende produttive e distributive (il film è stato girato nel 2007, ma è rimasto parcheggiato, proprio come Matt, per ben quattro anni, per i timori della Universal). E soprattutto per l’incapacità di Michael Dowse di imprimere una vera direzione. C’è il mestiere, certo, il senso del ritmo, ma si rimane sempre al limite, sullo soglia, nell’incapacità di lasciarsi andare completamente al demenziale puro e distruttivo o al cinismo corrosivo, al romanticismo travolgente o alla malinconia struggente.

Restano dei grandi momenti, come il gioco in auto tra Matt e Tori, le confessioni di Wendy, la cavalcata trionfale della palla. Resta, soprattutto, la capacità di guardare, necessariamente, al presente, di far emergere le sue crisi tra le righe, o meglio tra le rughe precoci del rampantismo yuppie. Ed è proprio per questo che il film mostra tutti segni della consapevolezza crescente di Topher Grace, che sembra voler riprendere il suo personaggio dello splendido In Good Company. Brillante, ma imbranato. E soprattutto, mai completamente integrato, dentro il sistema, ostinatamente precario e marginale. Alla faccia del funzionalismo della meritocrazia. Alla faccia della Goldman Sachs.

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Titolo originale: Id.

Regia: Michael Dowse

Interpreti: Topher Grace, Anna Faris, Teresa Palmer, Dan Fogler, Chris Pratt, Lucy Punch

Distribuzione: Universal Pictures

Durata: 97’

Origine: USA/Germania, 2011

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