"Freerunner", di Lawrence Silverstein
I movimenti epilettici della macchina da presa fanno da compendio ad una vasta gamma di soluzioni tecniche, dallo split screen alla macchina a spalla, penalizzando però il talento di quei giovani campioni del freerunning. Tutti atletici, tutti straordinariamente acrobatici nel coreografare salti mortali, prese frenetiche, scivolate e slanci tra edifici, schivando passanti, mezzi di trasporto e, possibilmente, qualche pugno competitivo. Amplificate in ogni qualità video, le loro peripezie valgono dollari di scommesse
Il potere, il gioco, il controllo. Un divertimento da strada declinato in una maledetta partita a scacchi con la morte. L’action-movie Freerunner segna l’esordio alla regia di Lawrence Silverstein – già produttore di b-movie come Bangkok Adrenaline o Forced To Fight – che cerca come può di bilanciare l’esiguità delle uscite cinematografiche estive, quando il caldo lascia tramortiti dietro pale di ventilatore. La trama prevedibile e la recitazione spesso forzata riescono difficilmente ad eclissarsi nell’estrema velocizzazione della regia, che resta uno dei pochi punti di forza di un film indirizzato prevalentemente ad un pubblico da reality e pop corn. Il montaggio frenetico insegue otto ragazzi in corsa per la conquista di tre bandane colorate, mentre fioccano scommesse ad ogni angolo della città e le loro immagini si frazionano su schermi e monitor che coprono un ampio raggio dell’azione metropolitana. Nella massa si distingue Ryan (il teatrale Danny Dyer di Never Back Down e The King Of Fighters), classico bravo ragazzo costretto ad una vita di fatiche e sacrifici per sopravvivere sognando le coste oceaniche. A lui si contrappone l’immancabile bad guy, avido ed egoista, pronto ad abbandonare ogni scrupolo quando si tratta di vittoria.
Tutti atletici, tutti straordinariamente acrobatici nel coreografare salti mortali, prese frenetiche, scivolate e slanci tra edifici, schivando passanti, mezzi di trasporto e, possibilmente, qualche pugno competitivo. Amplificate in ogni qualità video, le loro peripezie valgono dollari di puntate e quando si scommette, si sa, non manca la figura del boss a fare il proprio coup de théâtre e sconvolgere quell’ordine già corrotto, dove piccole controversie e scorrettezze cercano di avere la meglio per evadere da un mondo suburbano di squallore e spazzatura. I movimenti epilettici della macchina da presa fanno da compendio ad una vasta gamma di soluzioni tecniche, dallo split screen alla macchina a spalla, penalizzando però il talento di quei giovani campioni del freerunning. Scene spericolate, violenza poco giustificata per essere splatter e troppo improvvisa per colpire, cambi di prospettiva repentini e ricorso ad un effetto reality troppo inflazionato non riescono a convincere completamente, per una pellicola a low budget che poteva risultare un divertente passatempo e finisce per risolversi in un lavoro schizofrenico che strizza l’occhio a troppi modelli di celluloide per costituirsi di identità propria.
Titolo originale: Freerunner
Regia: Lawrence Silverstein
Interpreti:Sean Faris, Tamer Hassan, Danny Dyer, Rebecca Da Costa, Amanda Fuller, Seymour Cassel, Mariah Bonner, Casey Durkin
Origine: USA, 2011
Distibuzione: Eagle Pictures
Durata: 88'