CANNES 65 – Incontro con Jacques Audiard


Jacques Audiard ha presentato in concorso il suo ultimo film, il magnifico De rouille et d’os. Un ritorno sulla Croisette, dopo il Gran Premio della giuria vinto nel 2009 per Il profeta. Tratto da una raccolta di racconti dello scrittore canadese Craig Davidson, il film narra l’atipica storia d’amore tra una sfortuna addestatrice d’orche e un inquieto e inaffidabile ex pugile

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Jacques Audiard ha presentato in concorso il suo ultimo film, il magnifico De rouille et d’os. Un ritorno sulla Croisette, dopo il Gran Premio della giuria vinto nel 2009 per Il profeta. Tratto da una raccolta di racconti dello scrittore canadese Craig Davidson, ilo film narra l’atipica storia d’amore tra una sfortuna addestatrice d’orche e un inquieto e inaffidabile ex pugile. Audiard si è presentato in conferenza stampa in compagnia del coscenaggiatore Thomas Bidegain e dei due protagonisti, la splendida Marion Cotillard e l’impressionante Matthias Schoenaerts.

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Come è nata l’idea di questo film?

Audiard: Il film precedente era particolare. Un ambiente prettamente maschile, molto scuro, con poca luce, un film girato in uno spazio ristretto, quello del carcere, senza donne, praticamente. Perciò è nato in me il desiderio di un film del tutto diverso. Una storia d’amore, un film luminoso, pieno di colori, incentrato su una donna.

 

Come ha fatto a togliere le gambe alla Cotillard?

Le ho tagliate. Questo film diei anni fa non sarebbe stato possibile farlo, sarebbe stato troppo costoso. Oggi, basta mettere delle calze verdi e poi togliere il verde. È tutto.

 

Cosa l’ha colpito in questa storia, che pone al centro la violenza, la forza fisica?

Devo dire Matthias non rientra affatto nei miei criteri ‘maschili’. Mi piacciono, al contrario, gli uomini piccoli e per primo mi sono meravigliato di aver scelto quest’uomo grande e grosso, pieno di muscoli. Il film, in realtà, racconta di personaggi alla deriva, di tempi di crisi, di come in questi tempi la società sembri scivolare nella barberie, di gente che cerca da mangiare nella spazzatura. In questi tempi, l’unica cosa che resta è il corpo, la forza fisica. Non è più tempo di parole. Anche se alla fine, sarebbe meglio utilizzare le parole.

 

Una domanda per la protagonista. Come si è calata in questo personaggio molto particolare?

Cotillard: Quando ho letto la sceneggiatura di Jacques e Thomas, ne sono stata quasi travolta. In genere, quando leggo una storia, provo sermpre una comprensione profonda per il personaggio. Questa volta, invece, sono arrivata d’un fiato alla fine, ma senza riuscire a capire bene chi fosse Stephanie. Ne ho parlato con Jacques e lui mi ha detto di saperne ancora meno. Così mi ha affascinato l’idea di partire con lui alla ricerca del personaggio.

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