CANNES 65 – Incontro con Thomas Vinterberg


Il regista danese di Festen, Submarino, Riunione di famiglia, è in Concorso con Jagten (The Hunt). Tratto dal romanzo di Jonas Bengtsson, è la storia di un quarantenne accusato di violenza sui minori, dopo un divorzio tormentato e la voglia di rifarsi una vita, cercando di recuperare anche il rapporto con il figlio sempre più distante. Tutto nasce da una menzogna casuale scoperta alla vigilia di Natale e l’esistenza di Lucas precipita nel baratro. Sceneggiato insieme a Tobias Lindholm, già collaboratore di Vinterberg in Submarino

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Il regista danese di Festen, Submarino, Riunione di famiglia, tra i fondatori di Dogma 95, è in Concorso con Jagten (The Hunt), opera ancora una volta dalla tematica scottante. Tratto dal romanzo di Jonas Bengtsson, è la storia di un quarantenne accusato di violenza sui minori, dopo un divorzio tormentato e la voglia di rifarsi una vita, cercando di recuperare anche il rapporto con il figlio sempre più distante. Tutto nasce da una menzogna casuale scoperta alla vigilia di Natale e l’esistenza di Lucas precipita nel baratro. Sceneggiato insieme a Tobias Lindholm, già collaboratore di Vinterberg in Submarino.

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Ci può parlare della genesi di questa storia?
Abbiamo fatto un enorme lavoro di ricerca prima di cominciare a girare. Ci siamo ispirati ad una serie di casi di abusi sessuali comparsi negli ultimi tempi sulla stampa. In casi come questi i bambini sono due volte vittime, perché devono mentire agli adulti per soddisfarli. In Danimarca abbiamo un detto che dice che solo i bambini e gli ubriachi dicono sempre la verità. Il film non pone paletti interpretativi allo spettatore, che è libero di organizzare un pensiero sulla questione.
 
Come ha pensato di costruire il personaggio di Lucas?
Il personaggio incarna l’uomo scandinavo moderno. È caloroso, modesto, affettuoso. Fa tutto quello che gli si chiede. In un certo senso, è castrato. Come difendere la propria dignità senza eccedere nella violenza? Come affrontare questa realtà senza perdere le peculiarità del proprio carattere?
 
Nella sua carriera dove potrebbe essere collocato questo suo film?
Credo di essere tornato ai miei primi film, a Festen, per intenderci, soprattutto dal punto di vista stilistico e della purezza visiva.
 
Ha evocato il tema del pettegolezzo che sfocia nella diffamazione…
Il film è girato in un piccolo villaggio, dove l’informazione circola molto velocemente, come un virus. Con internet il mondo si è rimpicciolito ulteriormente, dove le cosiddette voci di corridoio, a volte possono rivelarsi fatali. Ma quello che conta di più nella mia opera, è l’amore tra le persone. Chi si ama resta comunque unito, malgrado i male intenzionati.    
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