Pietre roventi sotto la sabbia: François Ozon

Un rapido percorso sulle tracce del giovane cineasta francese, di cui è nelle sale in questi giorni "8 donne e un mistero".

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Una superficie sinuosa, il mare che sbatte ritmicamente il proprio movimento, un vento leggero che solleva i vestiti di chi guarda. L'immagine-perno di uno dei migliori film di Ozon è anche il suo (nostro) primo contatto col mondo. La quotidianità, la famiglia, sono una superficie accogliente, una spiaggia dove l'ironia è una brezza che ci rivela solo parzialmente nudi, quel tanto che basta per essere invogliati a guardare. Ma qualcosa scotta sotto la sabbia, basta spostare di poco una pietra e una voragine di brace accesa rotola come lava sul paesaggio e lo rende inguardabile.

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La prima delle dicotomie che segnano l'opera di Ozon è proprio questo palleggio tra morboso e indifferente. Non a caso la scelta dell'ambito sessuale, vero e proprio linguaggio che ci svela il disamore, in cui si piega il perbenismo borghese, in cui uomini e donne confondono il loro genere perché vengono meno le regole sociali che lo mantiene distinto. In Sitcom una comune casa si trasforma in un teatro di pratiche sadomaso, fino a che il padre in apparente atarassia si trasformerà in un mostro roditore; in Gocce d'acqua su pietre roventi dopo un inesorabile accanimento del maturo Leopold sul giovane Franz, e non solo, una altrettanto inesorabile indifferenza circonda il suicidio di quest'ultimo; in Sotto la sabbia tutto fila liscio fino a che il reale mantiene i suoi rituali ordinari, a costo di rimuovere l'evidenza, è solo lo scontro con il concreto volgare di sesso e denaro che scardina il flusso e fa uscire il dolore. Ecco un altro rapporto dicotomico, il liquido e il solido, dichiarato nei suoi titoli, ma anche evidente nelle scelte registiche. L'acqua della piscina di Sitcom è un liquido amniotico in cui madre e figli si illudono di ritrovare la pace, l'acqua è il mare che si nutre indifferente di corpi e di attese, la natura è liquida, madre e matrigna, il nugolo d'insetti trovato sotto un tronco in Sotto la sabbia, liquide sono le superfici di vetro, gli specchi, che riflettono e mantengono la vita sociale come con-solidata.


In questa società illusoriamente stabile è lo scontro tra vecchi e giovani che mantiene in equilibrio la follia, sono gli adulti che superati i cinquant'anni mettono alla prova la loro solitudine, come il vampiro seduttore di Gocce d'acqua su pietre roventi, come il dramma ostinato di Sotto la sabbia, come i grotteschi tentativi dei genitori di Sitcom nell'indirizzare sessualmente i figli, fino al metacinematografico scambio generazionale delle attrici di 8 donne. L'assenza comunicativa, o la dissacrazione dei suoi tentativi, sono rafforzati da una ricorrente scelta stilistica, nel curato contrappunto di rumore e silenzio. L'incipit di Sitcom ci mostra la facciata di una villa con rumori di liti e spari, ripresi nel finale con le relative immagini, in tutto il film poi Ozon inserisce stridii di archi e il rumore del mare come estranianti commenti; in Sotto la sabbia la tragedia si rivela allo spettatore attraverso un sapiente crescendo sonoro, dal silenzio interrotto dalle onde del mare alle grida dei bambini fino al sopraggiungere frenetico dei soccorsi; l'atarassico silenzio è ancora più violentemente interrotto dalla musica, per esternare i propri sentimenti, sia nella samba di Gocce d'acqua su pietre roventi che nelle numerose performance musicali di 8 donne e un mistero. È evidente infine l'impossibile convivenza di uomini e donne, situazione che Ozon nemmeno mette in discussione. Se è partito con la considerazione di una inevitabile conseguenza, dove è la donna a sopravvivere – Sitcom finisce sulla tomba del padre, Gocce d'acqua su pietre roventi con il suicidio del ragazzo – è arrivato a considerarlo un apriori universale – Sotto la sabbia inizia con una donna che subisce una scomparsa e 8 donne con otto donne responsabili di un omicidio.

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