"Elles", di Malgorzata Szumowska

juliette binoche e anais demostier in Elles
Un'inchiesta che somiglia a un documentario in un film che riduce drammi privati a ritrattini minimalisti, in cui la manipolazione da parte della regista polacca è il segno del suo stile. La recitazione di Juliette Binoche, basata spesso anche sugli occhi giudicanti, diventa pesantissima, vittima di un'opera diretta che impone il proprio egocentrismo sullo sguardo degli altri

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juliette binoche e anais demostier in EllesCon gli occhi addosso. Un'inchiesta che potrebbe somigliare alle forme di un documentario. Interviste, confessioni, rivelazioni. Con Juliette Binoche, nei panni di una giornalista di un'importante rivista femminile che sta condicendo un'inchiesta sulla prostituzione nell'ambiente universitario ed entra in contatto con due studentesse che vendono il proprio corpo, Alicija e Charlotte.
 

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Quasi una soggettiva dell'attrice francese potrebbe essere quella di Elles, dove nell'attraversamento di quei corridoi con la luce giallastra o nelle passeggiate nel parco con una di loro, prefigura il proprio desiderio inconscio. Non c'è niente di peggio però di quando lei viene diretta per farle interpretare personaggi che giudicano anche con lo sguardo, in cui si sente tutta la tecnica di una recitazione in una storia diretta con passo pesantissimo, che appunto vorrebbe adottare quell'oggettività che sfocia dalle parti di un documentarismo che vorrebbe arrivare diretto e invece risulta annacquato da un parallelismo in cui le reazioni di chi ascolta dovrebbero prevalere su chi parla.

La regista polacca Malgorzata Szumowska, che con il precedente 33 Scenes for Life si era aggiudicata il Gran Premio della Giuria al Festval di Locarno del 2008, riduce un dramma privato a ritrattini minimalisti, dove il disagio delle due ragazze e più esibito che sentito e tiene in ombra anche la prova di una delle più promettenti giovani attrici francesi, Anais Demoustier, che si è messa in luce in Il viaggio di Jeanne e Le nevi del Kilimangiaro. Cercando artificialmente la sottrazione, amplifica anche un pianto di disperazione, mortifica un confronto madre-figlia, rende forzato in ogni fotogramma la scena in cui la giornalista si ubriaca con Alicja in cui sembra di sentire nel fuori-campo tutte le sue indicazioni di regia. Sovrapponendo i piani temporali soprattutto all'inizio, finisce per confondercisi dentro, proprio perché la manipolazione, proprio al contrario del dignitoso Student Services, è stile. Quello di un egocentrismo che vuole imporre il proprio sguardo  sugli occhi degli altri. 

Titolo originale: id.
Regia: Malgorzata Szumowska
Intepreti: Juliette Binoche, Anais Demoustier, Joanna Kulig, Louis-Do de Lencquesaing
Distribuzione: Officine Ubu
Durata: 96'
Origine: Francia/Polonia/Germania, 2011

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