"Into Darkness – Star Trek", di J.J. Abrams

Star trek Into darkness
In un compendio molto colto di riferimenti intertestuali (ovviamente L'ira di Khan ma non solo) le immagini si seguono una dopo l'altra con la preoccupazione costante di apparire nella loro incontestabile perfezione tecnica intelligenti/spettacolari. Interessante. Buono per un saggio da 10.000 battute. Però l'emozione comincia a restarsene a casa

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Star Trek Into DarknessQuasi sempre nelle grandi serie cinematografiche il secondo capitolo è quello maggiormente cupo, in cui i protagonisti vivono il loro punto di rottura e il "mondo" sembra crollare per sempre nell'abisso. Ne sanno qualcosa gli appassionati di Star Wars con L'impero colpisce ancora, quelli di Indiana Jones con Il tempio maledetto e lo stesso Batman di Nolan in Il cavaliere oscuro. Questo secondo Star Trek diretto da J.J. Abrams non fa eccezione alla regola. Rispetto al precedente episodio, che con sapienza rigenerava la serie reinventando una grammatica visiva e materica di indubbia classe, Abrams raddoppia i riferimenti alla contemporaneità e all'11 settembre. E' il film in cui il progressismo "politico" del suo autore è maggiormente evidente, con la reiterazione di conflitti ideologici che molto hanno a che vedere con l'America di oggi: l'ossessione per le armi di distruzione di massa, la mission pacifista dell'Enterprise messa in crisi da una tragedia collettiva, il conflitto impari contro un avversario imprevedibile, il limite etico tra giustizia e vendetta.
In questo nuovo episodio la Flotta Stellare è sotto attacco. L'attentatore è un ex membro della flotta ricercato per tradimento e latitante nel pianeta Klingon. Spetta a Kirk e all'Enterprise il compito di stanare l'uomo e ucciderlo in quella che ben presto diventerà una folle missione contro un nemico storico, forse invincibile, di nome Khan.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Into Darkness affonda solo parzialmente la sua materia nell'oscurità del titolo. E' in parte un problema latente del cinema di Abrams: quello di non riuscire mai ad abbandonarsi fino in fondo agli eccessi di una visione del mondo e della forma cinematografica che sia fuori controllo. Forse il punto nodale risiede nella consapevolezza teorica del suo autore. Abrams ha segnato l'immaginario hollywoodiano e più in generale ha rifondato la concezione produttiva e ontologica dei serial televisivi (Lost) in modo dirompente, palesando una consapevolezza assoluta sulle strategie contemporanee di riformulazione del star trek into darknessracconto per immagini. Sono soprattutto le Idee a supportare la factory Abrams. Un cinema di Idee che il bellissimo Super 8 riusciva a celebrare in un'operazione di metacinema in cui riuscivano a farsi spazio importanti sprazzi di intensa malinconia. Del resto non discutiamo che il suo Star Trek sia un film perfetto. Sotto molti punti di vista lo è. Ci sembra però che si cominci a palesare una certa fatica nel "metodo" Abrams. Un'ossessione per il calcolo che toglie respiro all'opera. Tra false piste, vendette, menzogne e twist dei personaggi, la saturazione dell'immagine e della narrazione arriva a impedire troppo spesso possibili variazioni alternative – l'interessante melodramma sentimentale tra Spock e Uhura ridotto a un fuori campo risolto "sbrigativamente" in un solo monologo (perfetto, su questo non ci sono dubbi)  che da solo indicherebbe le potenzialità per un intero film che forse avremmo voluto vedere, come anche il legame tra Khan e il suo equipaggio, nelle intenzioni degli autori speculare a quello del capitano Kirk e l'Enterprise, ma presto abbandonato per esigenze di "confezione".  In Into Darkness cogliamo una maggior freddezza. In un compendio molto colto di riferimenti intertestuali (ovviamente L'ira di Khan ma non solo) le immagini si seguono una dopo l'altra con la preoccupazione costante di apparire nella loro incontestabile perfezione tecnica intelligenti/spettacolari. Una dicotomia che non scinde il film in due percorsi paralleli ma li compenetra in quella che è appunto una riformulazione dell'immagine stessa in un nuovo blockbuster intellettuale. Interessante. Buono per un saggio da 10.000 battute. Però l'emozione comincia a restarsene a casa.  

Titolo originale: id.
Regia: JJ Abrams

Interpreti: Chris Pine, Zachary Quinto, Benedict Cumberbatch, Zoe Saldana, John Cho, Simon Pegg, Karl Urban, Bruce Greenwood, Alice Eve, Peter Weller, Anton Yelchin
Origine: USA, 2013
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 133'

 

--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative