“Una ragazza a Las Vegas”, di Stephen Frears

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Dietro allo scintillio di Las Vegas, con le sue false promesse e la sua umanità incerta, il film di Frears è un balletto dal sapore dolce-amaro, dove, proprio allo stesso modo del mondo delle scommesse, si vince e si perde, quello che veramente conta è solo continuare a mettersi in gioco, non importa come andrà a finire, perché la vita in fondo non è altro che questo

 

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una ragazza a las vegasNulla è (solo) quello che sembra. E’ quanto, con il suo cinema che continua ad andare a spasso tra i generi (l’ultima fatica è una produzione televisiva, Muhammad Ali’s Greatest Fight), non si stanca di dirci Stephen Frears, facendo proprio il lapidario commento usato per definire i propri romanzi da quel Jim Thompson che, non a caso, aveva fornito al cineasta inglese la materia prima per una delle sue opere più importanti, Rischiose abitudini. E come in Rischiose abitudini, è il mondo delle scommesse, più o meno legali, a far da scenario a Una ragazza a Las Vegas, tratto dal romanzo autobiografico di Beth Raymer, anche se questa volta i movimenti apparenti propri del cinema di Frears hanno tutt’altri connotati. Sì, perché le tinte accese e il ritmo scoppiettante di questa ennesima zampata di un regista, pur discontinuo, ma che da sempre si muove lungo il terreno accidentato dell’ambiguità come unico sguardo possibile sulla vita, non ha proprio nulla della cupa lotta per la sopravvivenza di Rischiose abitudini.

Piuttosto, la Rebecca Hall di Una ragazza a Las Vegas ha la stessa presenza irresistibile e destabilizzante della protagonista di Tamara Drewe. Beth è la ragazza che, portando in giro nel suo zaino un’ingenuità che ha dell’incredibile e una vitalità travolgente, scardina allegramente i fragili equilibri delle esistenze che tocca lungo il suo cammino. Come quella di Dink, il bookmaker di Las Vegas che, con il suo paio di calzini troppo bianchi e troppo lunghi e lo sguardo sornione di Bruce Willis, gioca onestamente le sue carte, mostrando ad un mondo che tenta di superarlo che i sani principi dellavecchia scuola sono ancora il cavallo vincente. Ma la protagonista di Una ragazza a Las Vegas non è solo l’elemento sabotatore che va in giro sbandierando la forza di una diversità che resiste allo squallore del quotidiano. Beth è anche la sabotatrice di se stessa, che si arrampica per la vita come meglio può, senza accorgersi di cadere e di trascinare con sé chi le cammina accanto, se non quando sente tutto il fragore del suo schianto. A Frears interessa scavare all’interno delle immagini, creare fratture e pieghe dalle quali far emergere il dominio ambiguo delle passioni che scorrono sotto la superficie delle cose.
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una ragazza a las vegasDietro allo scintillio di Las Vegas, con le sue false promesse e i suoi abitanti in fuga da se stessi, Una ragazza a Las Vegas si muove seguendo le incerte traiettorie amorose di Beth e Dink, di Dink e sua moglie Tulip, una strepitosa e gustosamente autoironica Catherine Zeta-Jones, e ancora di Beth e di Jeremy. Traiettorie che s’incontrano, si perdono e si ritrovano ancora.

E’ vero, Una ragazza a Las Vegas non ha la stessa forza corrosiva e libertà di movimento di Tamara Drewe, e nonostante aver chiamato di nuovo al suo fianco D.V. De Vincentis, lo sceneggiatore di quel piccolo gioiello che è Alta Fedeltà, Frears inciampa più volte, cedendo di quando in quando alla scorciatoia offerta da un ritratto macchiettistico senza vera forza sovversiva, come nel caso dell’allibratore interpretato da Vince Vaughn. Ma nel suo continuo gioco di ribaltamenti e passi laterali, Una ragazza a Las Vegas è costellato di momenti di una verità e di una vitalità incredibile. E allora diventa difficile resistere a questo disordinato e volte zoppicante balletto dal sapore dolce-amaro, dove, proprio allo stesso modo del mondo delle scommesse, si vince e si perde, quello che veramente conta è solo continuare a mettersi in gioco, non importa come andrà a finire, perché la vita in fondo non è altro che questo.
 
 
 
Titolo originale: Lay the Favourite
Regia: Stephen Frears
Interpreti: Rebecca Hall, Bruce Willis, Catherine Zeta-Jones, Vince Vaughn, Joshua Jackson, Laura Prepon
Distribuzione: BIM
Durata: 94’
Origine: USA, 2012
 

 

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