“Dream Team”, di Olivier Dahan

dream team
Un manipolo di star d’Oltralpe, come Omar Sy, Joey Starr, Josè Garcia e Ramzy Bedia, intrattenimento leggero con incursioni nel demenziale e una più volte ripetuta dichiarazione d'impegno sociale. Sono queste le carte più che sicure che Oliver Dahan si gioca per dar vita ad una trascurabile e insignificante commedia d’ispirazione sportiva

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dream teamUn manipolo di star d’Oltralpe, come Omar Sy, Joey Starr, Josè Garcia e Ramzy Bedia, intrattenimento leggero con incursioni nel demenziale e una dichiarazione di solido impegno sociale. Sono queste le carte più che sicure che Oliver Dahan si gioca per dar vita ad una tanto trascurabile quanto innocua commedia d’ispirazione sportiva, che sbarca nelle sale italiane dopo aver mandato in tilt i botteghini francesi. Dream Team si affida al collaudato meccanismo narrativo della più che classica storia di caduta e riscatto, in questo caso quella di Orberà, un tempo giocatore di talento che si porta sopra le spalle tutto il peso di un fallimento, non solo nel mondo calcistico come allenatore, ma anche in quello degli affetti familiari. Ma se la sua chiamata forzosa a Moléne, piccola comunità bretone di pescatori che deve far vincere una scalcinata squadra di calcio per racimolare i soldi necessari alla sua sopravvivenza, ha inizialmente un sapore punitivo, Orberà scoprirà ben presto, insieme alle promesse fallite del calcio e alle vecchie glorie più o meno dimenticate da lui chiamate a raccolta per risollevare il destino della squadra di Moléne, che c’è ancora qualcosa per cui vale la pena lottare e vivere e che non tutto è andato perduto. 

Se lo schieramento in campo di questa improbabile squadra di calcio finisce in qualche modo per funzionare, il Moléne arriva a tener testa persino al Marsiglia, di certo altrettanto non può dirsi per il lavoro di Oliver Dahan che non riesce a liberarsi neanche per un istante dei cliché del genere, nonostante Joey Starr, con i suoi scatti rabbiosi e imprevedibili, tenti ripetutamente di mettere a repentaglio la struttura chiusa del film. Ma ben presto Dahan lo spegne nell’impotenza, relegandolo sul fondo, insieme a Omar Sy e ai suoi altri compagni di squadra, in un ruolo che non gli concede alcuno spazio. Per quanto si professi la necessità di un lavoro collettivo come unica via di salvezza nella vita, quello che manca a Dream Team
 è proprio la capacità di far funzionare la squadra. Olivier Dahan non si interessa neanche per un istante alle storie che s’incrociano nel suo film, i suoi personaggi sono insignificanti pedine senza vera capacità di relazione, che nella loro instabilità emotiva dalla grana grossolana, si limitano ad eseguire qualche evoluzione comica e nulla più. Ma non è solo la zoppicante gestione di troppi comprimari, tutti senza vera anima o spessore, a girare a vuoto. L’impegno sociale sbandierato a gran voce, che dovrebbe far da struttura portante di Dream Team (Orberà e compagnia bella scendono in campo per salvare non solo se stessi, ma anche e soprattutto il destino di una comunità e della sua fabbrica di sardine), non ha nulla della passione, spesso imperfetta, è vero, ma sempre sincera e fermamente militante del cinema di Guédiguian, piuttosto è solo l’ennesima mossa furba e funzionale di un film tutto costruito a tavolino.
 
 
 
Titolo originale: Les seigneurs
Regia: Olivier Dahan
Interpreti: José Garcia, Jean-Pierre Marielle, Omar Sy, Joey Starr, Ramzy Bedia, Franck Dubosc, Gad Elmaleh
Distribuzione: Medusa
Durata: 97’
Origine: Francia, 2012
 

 

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