"Springsteen & I", di Baillie Walsh


Il 22 di luglio il docufilm Springsteen and I, dedicato ad una delle icone della musica degli ultimi quarant’anni, è stato proiettato in ben 230 sale italiane, registrando l’incasso più alto della giornata e più di 25mila biglietti venduti, a riprova del grande amore che i fans nutrono nei confronti del rocker. Prodotto da Ridley Scott, il film è diretto da Baillie Walsh e realizzato con i contributi video dei fans

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Un unico giorno, un’unica data, un one shoot imperdibile, ma questa volta ad ospitare il Boss non sarà un palco ma il grande schermo. Il 22 di luglio il docufilm Springsteen and I, dedicato ad una delle icone della musica degli ultimi quarant’anni, è stato proiettato in ben 230 sale italiane, registrando l’incasso più alto della giornata e più di 25mila biglietti venduti, a riprova del grande amore che i fans nutrono nei confronti del rocker. Prodotto da Ridley Scott, il film è diretto da Baillie Walsh e realizzato con i contributi dei fans, filmati inviati da coloro che amano la musica, l’energia e l’umanità di un musicista che nel corso della sua carriera si è mantenuto sempre “umano”, con un occhio rivolto alle sue origini e l’altro verso i suoi ammiratori, creando con loro un rapporto unico. Aneddoti, racconti, storie di passione e di amicizia che vengono narrate dai video, l’influenza che la musica del Boss ha avuto nella vita dei suoi adepti, le emozioni regalate ed a volte anche l’instaurarsi di rapporti simbiotici e di immedesimazione, cose che capitano quando il cuore batte al ritmo delle note blues e rockeggianti dell’artista statunitense. Ad alcuni vengono chieste tre parole per definire Springsteen, ma ciò che emerge è che, per il suo pubblico, Bruce è molto di più di una rockstar, è una leggenda vivente, un poeta, ma anche, e forse soprattutto, un amico, un compagno di vita, dispensatore di emozioni, battiti e fremiti che hanno sottolineato e fatto da colonna sonora a momenti belli e brutti del vivere quotidiano di molti.

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Si alternano immagini di repertorio, interviste e momenti musicali, anche se rari all’interno del film, dove è lasciato al pubblico il ruolo del protagonista d’eccellenza. Walsh, già regista di videoclip, si muove sulla stessa linea seguita in Life in a day del 2011, diretto da Kevin Macdonald e sempre prodotto da Ridley Scott, un docufilm corale e partecipativo che poggia la sua architettura sulla passione dei fans; lo stesso Scott dice: «Questo film meraviglioso fornisce una visione unica e straordinaria dell'immenso feeling tra un artista e tutti coloro che sono così profondamente affezionati alla sua musica».
Il ragazzaccio del New Jersey, assurto al ruolo di icona salvifica per il suo pubblico, infonde energia, forza e speranza in chi lo segue, a testimonianza del fatto che anche dopo quarant’anni di gloriosa carriera si può rimanere puri, senza essere contaminati dalle regole dello showbiz, una purezza apprezzata dai suoi seguaci, che raccontano il rapporto con Springsteen e la sua musica rivolgendosi direttamente all’uomo, al narratore di storie di gente comune, su note che passano di generazione in generazione senza mai perdere la loro potenza dirompente ed il loro eterno lirismo.

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