"The Spirit of '45", di Ken Loach

the spirit of '45

Nel ricostruire la storia della Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale, Loach non fa voli di fantasia. Non tenta connessioni impreviste, deviazioni, scarti. Si concede al massimo il "lusso" di un bianco e nero, per poi limitarsi a raccontare la storia, tenendo fede alla sua prospettiva. Contro il liberismo sfrenato, lo sfruttamento, lo smantellamento dello stato sociale, i privilegi

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the spirit of '45“Finora abbiamo avuto i sognatori, gli umili. Ora abbiamo i costruttori”

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Ken Loach ci crede ancora. The Spirit of '45 è un documentario che ripercorre una fase cruciale della storia britannica del Novecento. L'uscita dal conflitto mondiale, i problemi della ricostruzione, le profonde differenze sociali prodottesi nei decenni e acuite dalla guerra, l'assenza di una politica sociale, i problemi del lavoro e delle condizioni sanitarie delle classi più povere, le assurde condizioni di vita degli slums: tutti fattori esplosivi che consentono al partito laburista di affermarsi all'elezioni del '45, a discapito dell'uomo che aveva condotto il Paese durante i tragici anni della guerra, Winston Churchill. Clement Richard Attlee diventa primo ministro e dà il via a una serie di riforme economiche e sociali che possano porre rimedio alle sperequazioni. Nazionalizzazione delle ferrovie, delle miniere di carbone (la "priorità" su cui si sono arricchita generazioni di possidenti), del gas, dell'elettricità, dell'acciaio, uno schema di regolarizzazione del lavoro casuale dei dockers. E soprattutto il piano casa, di ricostruzione e risanamento delle città, e il National Health Service, il sistema sanitario nazionale. Nel giro di pochi anni i laburisti cambiano la fisionomia del Paese. Finché non arriverà la Tatcher a rimettere in discussione le conquiste.

 

Loach fa parlare i testimoni, i lavoratori, e poi gli studiosi. Alterna alle interviste tanti, magnifici materiali di repertorio. Churchill contestato durante il comizio: la voce balbettante, il cappello a proteggere gli occhi dal sole e il volto dalla rabbia e dalla vergogna. Attlee che saluta l'avvento al potere dei Labours come l'avvenimento più importante della storia recente della Gran Bretagna. Sente il grido d'entusiasmo che sale dalla folla e si lascia andare a un timido sorriso. Loach non fa voli di fantasia. Non tenta connessioni impreviste, deviazioni, scarti. Si concede al massimo il "lusso" di un bianco e nero, per poi limitarsi a raccontare la storia, tenendo fede alla sua prospettiva. Contro il liberismo sfrenato, lo sfruttamento, lo smantellamento dello stato sociale, i privilegi. Ovviamente molti intellettuali veri non ameranno il come e il cosa, non capiranno il perché di questa semplicità a tratti didascalica. Loach è un massimalista, tuonava qualcuno solo pochi mesi fa. Sì, può darsi. Ma nonostante tutto racconta la vita delle persone, tocca il cuore dei problemi. E ci ricorda l'emozione profonda di un senso di comunità, perduto nei flussi meccanici del capitale.


Titolo originale: Id.
Regia: Ken Loach
Origine: Gran Bretagna, 2013
Distribuzione: Bim Distribuzione
Durata: 94’

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