"La prima neve", di Andrea Segre

la prima neve
Accolto favorevolmente alla sua proiezione veneziana, il film di Andrea Segre si ingolfa nella sua artificiosità di scrittura. Rimane a metà strada tra la forma rigorosa dell'opera libera e il coinvolgimento emotivo di una scrittura che cerca convenzionalmente di unire i destini dei suoi personaggi

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la prima neveIn un paesino delle Alpi trentine la macchina da presa di Andrea Segre racconta i percorsi incrociati di una famiglia reduce da un lutto e di un extracomunitario africano anch'egli in fuga da una tragedia del suo passato. L'uomo di colore, di nome Dani, viene assunto dalla famiglia in questione come aiutante dell'apicoltore e falegname Pietro. Questi vive nella valle, ha recentemente perso il proprio figlio e vede con preoccupazione il difficile rapporto tra il nipote Michele e la madre vedova (Anita Caprioli). Quando Dani decide di lasciare la propria figlia in Italia e partire per l'estero Michele, che ha molto familiarizzato con l'uomo, cercherà di trattenerlo.

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Film strano questo di Segre. Accolto da lunghi applausi nella sua recente proiezione veneziana alla sezione Orizzonti, racchiude pregi e difetti (non pochi a essere onesti) di molto cinema italiano contemporaneo. Segre da bravo documentarista sforna tutta la sua perizia visiva nella rappresentazione della quotidianità dell'uomo nel paesaggio della natura. Biforca il suo film in due diaspore in solitudine (l'extracomunitario da una parte il bambino dall'altra) che si osservano a distanza, si fiutano, interagiscono per poi staccarsi e ancora tornare a cercarsi per una resa dei conti finale che è soprattutto la promessa di un incontro possibile tra due mondi. La soluzione davanti al sepolcro del padre di Michele, lutto speculare a quello subito da Dani, è però forse troppo risolutiva e macchinosa. Nonostante le buone intenzioni e alcuni brandelli interessanti di cinema percettivo (la ludica evasione di Michele con i suoi amici nel rifugio al bosco, scandita dal rock di Vasco Rossi), paradossalmente La prima neve si ingolfa nella sua artificiosità di scrittura. Rimane a metà strada tra la forma rigorosa dell'opera libera e il coinvolgimento emotivo di una scrittura che cerca convenzionalmente di unire i destini dei suoi personaggi. Qui il rapporto tra fiction e realismo documentarista è come se negasse la recente fusione indiscernibile che si riscontra nel cinema di Rosi e in altri cineasti contemporanei. Le due anime sono spezzate in due. Moti che si violentano e annullano l'uno con l'altro.

Regia: Andrea Segre
Interpreti: Anita Caprioli, Jean-Christophe Folly, Giuseppe Battiston, Paolo Pierobon, Peter Mitterrutzner
Origine: Italia, 2013
Distribuzione: Parthenos
Durata: 104'

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