Disconnect, di Henry Alex Rubin


Uno spazio cinematografico dove lo sguardo vira di continuo, cercando di raccontare oltre ai microcosmi fragili e incerti del presente, il paesaggio umano che si estende e vibra fuoricampo. Oltre lo schermo/specchio perennemente connesso al web. Il regista ha imparato molto bene da Altman, Haggis e P.T. Anderson e realizza uno dei più interessanti film indipendenti sullo smarrimento della 'virtual life'

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"Disconnect is a grand experiment". E' la definizione che il regista Henry-Alex Rubin (candidato all'Oscar nel 2006 per il documentario Murderball) dà del suo primo lungometraggio 'Disconnect', appunto, in un'intervista al 'Los Angeles Times'. Il  film,  presentato fuori concorso alla 69ª edizione del Festival di Venezia nel 2012, è costruito attorno a tre storie che raccontano come le tecnologie, in particolare il web e l'ultima frontiera dei social network, hanno frantumato le relazione umane. Disconnect utilizza una formula cara al cinema americano, da America oggi di Altman, a Magnolia di P.T. Anderson a Crash di Haggis, l'intreccio dei destini spinti dal caso o dalla necessità che si sfiorano o incidono a vicenda fino al drammatico epilogo. Un racconto dove lo sguardo cinematografico vira di continuo, cercando di raccontare oltre ai microcosmi fragili e incerti del presente, il paesaggio umano che si estende e vibra fuoricampo. Henry-Alex Rubin, fattosi le ossa come aiuto regista di James Mangold  in Ragazze interrotte e Cop Land, ha imparato molto bene la lezione dei 'fratelli' maggiori e in Disconnect realizza uno dei più interessanti film (in attesa di Her di Jonze) sullo smarrimento nell'epoca della 'virtual life' e del suo infinito corollario di social network.

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Una famiglia americana borghese con due figli riunita per la cena. Ma i loro sguardi non si incrociano mai perché impegnati sui piccoli schermi degli smartphone. Tra una chiamata di lavoro e un post su Facebook. E' quello che accade ai coniugi Boyd, Rich (Jason Bateman – Tra le nuvole, Cambio vita) e Lydia (Hope Davis – A proposito di Schmidt, Questioni di famiglia), ma è un'istantanea comune in milione di case. Il loro figlio più piccolo, Ben (Jonah Bobo, Crazy stupid love) è un adolescente introverso e perennemente immerso nel suo mondo, molto Paranoid Park, che però finisce per 'abboccare' alla finta amicizia sul social network della coetanea Jessica fino a mandarle un 'selfie' senza veli. Ma Jessica è un 'fake' creato da due compagni di scuola con la voglia di fare i bulletti. Uno di questi è il figlio di  Mike (Frank Grillo – Minority Report,  Zero Dark Dirty) vedovo ed ex poliziotto specializzato in crimini informatici. Sarà lui ad essere chiamato da una coppia in crisi, Cindy (Paula Patton – Precious e Cani sciolti) e Derek Hull (Alexander Skarsgard – True blood) per la perdita dell'unico figlio e che ha subito il furto d'indentità, e del conto in banca, sul web e ora si ritrova sul lastrico. Infine, l'ambiziosa giornalista televisiva Nina Duhnam (Andrea Riseborough – We want sex, Oblivion)  alla ricerca dello scoop per uscire da routine di una piccola tv locale. E lo trova in rete, il 'toyboy' Kyle (Max Thierot – Questioni di famiglia) che vende il proprio corpo in video-chat. Uno dei ragazzi facili al soldo di un losco trafficante di ragazzini, l'ambiguo Harvey (lo stilista Marc Jacobs).

 

Già  Trust di David Schwimmer  o in casa nostra il recente Aquadro di Stefano Lodovichi hanno raccontato i pericoli nascosti dentro la rete per adolescenti fragili. Gli stessi che  vengono scovati dai due protagonisti della serie tv 'Catfish, false identità' in onda su Mtv Italia (costola del documentario Catfish di Ariel Schulman) che svelano i tanti rischi delle relazioni nate su facebook o in chat. Ma il film di Henry-Alex Rubin fa un passo in avanti notevole con le storie del mosaico umano 'disconnected' che si fonde nel racconto corale. Personaggi che hanno perso qualcosa nella vita (reale) e l'hanno apparentemente ritrovata nella rete. Fantasmi che si vestono della la 'carne' virtuale solo quando si siedono davani lo schermo/specchio di una web-cam o aprono il profilo facebook.   La perdita, apparente e solitaria, è il collante che unisce le storie in un destino che porterà i protagonisti a scontrarsi fino all'ultimo respiro con l'aspra concretezza della vita. Il risveglio dal sogno/sonno della 'virtual life' non può essere sempre un nuovo inizio. Per alcuni la distanza con gli eventi che sfuggono di mano sarà impossibile da colmare. In fondo è così che va, la realtà non concede sempre un 'reset' sulla tastiera o l'ennesimo 'avatar' per dimenticare chi si è ogni giorno.


Titolo originale: id.
Regia:
 Henry Alex Rubin

Interpreti: Jason Bateman, Hope Davis, Frank Grillo, Michael Nyqvist, Paula Patton, Andrea Riseborough, Alexander Skarsgård, Max Thieriot, Jonah Bobo, Colin Ford, Haley Ramm, Kasi Lemmons
Origine: Usa, 2012
Distribuzione: Filmauro
Durata: 115

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