Pompei, di Paul W. S. Anderson

Altro che cori da stadio. Anderson prova a mettere insieme Titanic con Il gladiatore, è abbastanza pazzo da non aver paura del kitsch ma si incarta in una prima parte faticosa con un intreccio impossibile. La vera salvezza per lo spettatore é l'eruzione del Vesuvio a distruggere tutto e tutti. Senza discriminazione territoriale, né squalifiche di campo

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Sembra fatto apposta. Sembra proprio che Paul W.S. Anderson e i suoi collaboratori (tra cui spicca addirittura lo sceneggiatore premio Oscar Julian Fellowes) abbiano deciso di realizzare Pompei pensando al campionato di serie A e ai suoi controversi cori da stadio. In questo peplum che prova a mettere insieme Titanic e Il gladiatore, da un lato abbiamo antichi romani corrotti con mire di potere politiche ed economiche senza limiti, dall'altra pompeiani costretti a subire l'arroganza dell'Impero ma non insensibili ai suoi violenti spettacoli nelle arene: su tutti sovrasta minacciosa la montagna vulcanica, pronta a fare piazza pulita di combattenti, schiavi, famiglie, buoni e cattivi. Il film é lucidissimo e profondamente attuale nei suoi involontari riferimenti (extra)calcistici: romani vs. pompeiani dentro uno stadio con il Vesuvio a metterli insieme in un unico, bollente, calderone. Chi conosce i cori incriminati ha già capito tutto. Per parte sua Anderson é un regista non disprezzabile, capace di confezionare piccoli blockbuster di cinefilo intrattenimento senza mire autoriali. É abbastanza pazzo da non aver paura del kitsch di un'operazione spettacolare di palese voyeurismo anglosassone, ma nella prima parte si incarta in una scrittura faticosa che cerca di far funzionare un intreccio impossibile dove abbiamo la storia d'amore tra uno schiavo d'origine tracia e la giovane nobile Cassia sullo sfondo degli ultimi giorni di Pompei e in cui lo schiavo, che si chiama Milo, deve a sua volta vendicare la propria famiglia, uccisa da un senatore senza scrupoli. Va da sé che questo senatore ha anche mire matrimoniali nei confronti di Cassia. Insomma Anderson aveva tra le mani un bel pasticcio, talmente assurdo da destare una simpatia sincera e genuina. É peró la noia a non perdonare e a spingere lo spettatore ad aspettare ardentemente per quasi un'ora l'eruzione vulcanica a distruggere tutto e tutti. Quando arriva non é male ma forse é troppo tardi. É comunque il disastro di cui siamo complici a giustificare il 3D. Senza discriminazione territoriale, né squalifiche di campo.

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Regia: Paul W. S. Anderson

Titolo originale: Pompeii

Interpreti: Kit Harington, Carrie-Anne Moss, Emily Browning, Adewale Akinnuoye-Agbaje

Origine: Usa/Germania, 2014

Distribuzione: 01 Distribution

Durata: 105'

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