Il violinista del diavolo, di Bernard Rose

il violinista del diavolo

Il film di Bernard Rose si addentra nel terreno sconsacrato del divismo pop e seriale puntando i riflettori su un personaggio classico per rinnovarlo iconograficamente e renderlo fruibile alle masse. La Storia si confonde con il mito e gli aspetti più oscuri della vita di Paganini emergono sotto una luce artificiale e fortemente stereotipata

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Prima metà dell’800. Niccolò Paganini (David Garrett) è un brillante violinista incompreso e deriso dal pubblico. Dopo l’ennesima notte passata con una donna per dimenticare i suoi insuccessi, incontra il manager Urbani (Jared Harris), un inquietante individuo dall’aspetto luciferino che gli garantisce fama e ricchezza in tempi brevi. Nel giro di qualche mese Paganini si esibisce a Londra, dove viene applaudito persino dal re: i giornali scrivono solo critiche positive sul compositore genovese alimentando la voce che la sua musica sia opera del demonio.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Paganini goes to Hollywood verrebbe da dire, parafrasando il nome di una nota band inglese. Già perché il regista Bernard Rose, che iniziò come autore di videoclip (tra cui appunto Relax), ha continuato a dare prova della sua passione per la musica con Amata immortale e di recente con The Kreutzer Sonata, pellicole che ruotano entrambe intorno alla figura di Ludwig van Beethoven. Con Il violinista del diavolo entriamo nel terreno sconsacrato del divismo pop e seriale che punta i riflettori su un personaggio classico per rinnovarlo iconograficamente e renderlo fruibile alle masse. La Storia si confonde con il mito e gli aspetti più oscuri della vita di Paganini emergono sotto una luce artificiale e fortemente stereotipata: la condotta immorale, il vizio del gioco d’azzardo, la dipendenza da sostanze. Il suo genio eccentrico si riduce così a una versione rock del Faust con tanto di Mefistofele che alla fine verrà a riscuotere l’anima del dannato.

Certo, siamo ben lontani da quell’orgia delirante che è Kinski Paganini, storia (auto)biografica in cui Klaus, uomo-attore (e anche regista), non interpreta Paganini ma sé stesso, annullando qualsiasi confine tra finzione e realtà. Il suo rapporto morboso con il violino e con il sesso, esaltato da un montaggio caotico (mentre suona sul palco vediamo una donna in preda a un orgasmo animalesco), contribuisce a rifletterne la natura perversa, creativa e oltremodo fuori misura. Nel film di Rose, invece, ci troviamo di fronte a un crossover artistico: David Garrett, che ha scritto la colonna sonora adattando in chiave moderna le partiture originali, ha deciso di attraversare la soglia del grande schermo offrendo una performance musicale di altissimo livello. E sono proprio i concerti, le esibizioni pubbliche in un pub o quelle private in una stanza di albergo, i veri momenti di intrattenimento che permettono di apprezzare il virtuosismo e la sregolatezza di Paganini e di comprendere l’aura leggendaria che lo circonda.

 

Titolo originale: The Devil's Violinist

Regia: Bernard Rose

Interpreti: David Garrett, Jared Harris, Joely Richardson, Christian McKay, Helmut Berger

Distribuzione: Academy Two

Durata: 123'

Origine: Germania/Italia 2013

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array